Muntari-Pirlo 0-0, mah…

Chiamatele, se volete, stranezze della giustizia sportiva. Si, perché è lecito interrogarsi sulle interpretazioni del giudice Gianpaolo Tosel in merito agli episodi da prova tv di Milan-Juve. In particolare, vale la pena approfondire le disparità di trattamento tra Philippe Mexes, che si è beccato tre giornate di squalifica, Sulley Muntari e Andrea Pirlo, entrambi graziati.

Va detto che si tratta di tre episodi e che il difensore francese fosse quello più a rischio per via del pugno rifilato a Borriello non ci sono mai stati dubbi. Ma la manata di Muntari in faccia a Lichtsteiner? E le tentate gomitato di Pirlo a Van Bommel, riprese pure dal sito ufficiale del club rossonero? Eppure Tosel ha scritto testualmente che “Pirlo allargava ripetutamente il braccio destro, colpendo (e spingendo) al petto l’avversario, con l’evidente intento di vanificarne l’intervento. Il calciatore milanista cadeva al suolo e si rialzava immediatamente, mentre l’azione proseguiva”. E ancora: la valutazione sulla conformità regolamentare del comportamento di Pirlo, quindi, è “di esclusiva competenza del Direttore di gara”.

Per il milanista, invece, si legge di un “prolungato corpo a corpo con reciproche trattenute e divincolamenti, manate e spinte, ai limiti (e oltre) del Regolamento. Al termine del contrasto, Muntari, sottraendosi ad una trattenuta (ennesima..), colpiva con una (ennesima) manata al capo l’antagonista juventino che cadeva al suolo”. Tosel “ritiene che il comportamento tenuto dal Muntari sarebbe stato decisamente meritevole di opportuna sanzione disciplinare qualora fosse stato visto dal Direttore di gara, ma ritiene anche che, considerato l’acceso contesto agonistico e la dinamica dei convulsi movimenti di entrambi i protagonisti, non sussista una prova certa circa quell’intenzionalità lesiva, che integra gli estremi della condotta violenta”.

L’impressione, ancora una volta, è che si sia voluta sanzionare solo l’evidenza (il pugno di Mexes a palla lontana), “decidendo di non decidere” su episodi più soggetti all’interpretazione. Già, l’interpretazione. Un Regolamento, in qualsiasi ambito, serve a disciplinare determinate materie o il proprio funzionamento. Se fosse sufficientemente chiaro, non ci sarebbe bisogno di interpretarlo. Soprattutto in maniera diversa ogni domenica.

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