Serve la scossa, ma in fretta!

Nuovo appuntamento con il collega rossonero Alessandro Usai, firma economica del Gruppo Class e del TgLa7 diretto da Enrico Mentana. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Alessandro scrivendo a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

Fate presto” titolava quasi un anno fa il Sole24Ore alla vigilia del governo Monti. Ora bisognerebbe prendere in prestito quel titolo e colorarlo di rossonero. Il Milan è lontano dal suo Max e ha imboccato una strada senza ritorno. Bisogna cambiare, dare una scossa.

Non è solo colpa di Allegri l’involuzione tecnica e tattica della squadra, alleggerita da cessioni imponenti, ma l’impressione è che si navighi a vista. Manca un gioco, una idea di fare calcio. Magari Zemaniana. Sarebbe meglio del nulla mostrato in campo in questo avvio di campionato. Il Milan non sfonda, non tira in porta, resta bloccato su se stesso e le scelte dell’allenatore sono talvolta mistiche nella migliore delle ipotesi. Tre esempi su tutti: Boateng è fuori ruolo e appare un pugile che tira pugni a vuoto, Emanuelson fa la corsa ostacoli prima di frenare e franare sulle difese avversarie, mentre El Shaarawy gira al largo per seguire le indicazioni strampalate di Allegri che poi come un orologio lo toglie dal campo.

Il piccolo Faraone dovrebbe essere il perno della nostra rinascita. Incanta in Nazionale. Corre come matto, lotta, illumina ed è l’unico a tirare in porta. Toglierlo dal campo quando dobbiamo rimontare è una provocazione inaccettabile. Non ci siamo. Occore coraggio. E allora “Fate presto” togliete tutti dall’imbarazzo e restituiamo identità al Milan. Meglio perdere con in panchina chi rappresenta lo spirito rossonero e non con chi si nasconde dietro battutine toscane che non fanno ridere. L’ultima di Allegri è stata: “Abbiamo un punto in più dello scorso anno”. Ecco. Punti di vista. “Fate presto”.

Concedete l’alibi delle cessioni, di uno scudetto vinto alla prima stagione e di uno perso per il gol di Muntari. L’onore delle armi è dovuto a chi si è impegnato per oltre due anni. Ma adesso basta con questa barzelletta di cui tutti conoscono il finale. Il destino di Allegri è segnato come ogni capro espiatorio che si rispetti. Le alternative, sognando Guardiola, sono già in casa. Tassotti allenatore di transizione magari con Inzaghi come vice. Coraggio, Milan. Mettiamoci la faccia. Quella dei nostri guerrieri.

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