Djamel, gli “auguri” non si negano a nessuno…

9 ottobre 1984: a Zighoud Youcef, in Algeria, nasce Djamel Mesbah. Ventotto anni dopo, questo laterale sinistro col passaporto francese, si ritrova a giocare nel Milan, il club più titolato al Mondo. Arrivato a gennaio di quest’anno, dal Lecce a titolo definitivo, è alla sua seconda stagione in rossonero. Dopo la buonissima esperienza nel Salento, in cui era diventato un punto fermo della squadra che con Gigi De Canio in due anni aveva conquistato promozione e salvezza in Serie A e grazie al quale Djamel arriva addirittura a giocare con la sua Nazionale i Mondiali sudafricani, in maglia rossonera non è mai riuscito a convincere a pieno Mister Allegri.

Buona corsa, buoni cross e tanta spinta: queste le credenziali, dimostrate negli anni passati in Salento, con cui si presenta al Milan. L’inizio è incoraggiante. Nell’esordio in Coppa Italia contro la Lazio, di fine gennaio, fa intravedere cose discrete. Si dimostra subito coraggioso, cerca gli inserimenti, le sovrapposizioni, non ha paura negli uno contro uno e riesce (incredibile per un terzino rossonero in questa stagione) anche a mettere qualche buona palla in mezzo. In campionato arriva la prima partita dal1′ a Roma, sempre contro la Lazio, e arrivano i primi dubbi. Timido, impreciso, non riesce a dare la giusta affidabilità dietro. Poi la prova sconcertante contro l’Arsenal in Champions. Da lì in poi le sue presenze si contano con il contagocce. La magra consolazione del gol di testa allo “Juventus Stadium” nella semifinale di ritorno in Coppa Italia, che poteva regalare al Milan la finale, ma è troppo poco. Il promettente laterale tutta corsa e dinamicità di Lecce non si vede più, quasi mai.

In estate la società decide che non rientra più nei piani tecnici e gli cerca in tutti i modi una sistemazione. Torino, Marsiglia, le richieste per l’ex Avellino arrivano, ma lui le rifiuta tutte e blocca qualsiasi possibile movimento in entrata in quel ruolo. Il risultato è la sua riconferma teorica nella rosa, ma praticamente è come se non ci fosse. In questo inizio di stagione gioca solo una volta, a Udine e lo fa male, molto male. Il campo non lo vedrà più e, spesso e volentieri, neanche la panchina. Il rossonero gli rimane attaccato addosso, per ora, ma a gennaio potrebbe partire. Se dovesse avere qualche altra occasione di mettersi in mostra, tutti i tifosi del Diavolo sperano di vedere quell’esterno promettente di spinta che a Lecce convinceva e riforniva le punte dalla trequarti con cross tagliati e perfetti. Per adesso comunque, tanti auguri Djamel!

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