Il presunto successore di Galliani è agli arresti domiciliari

C’era una volta Dagospia che raccontava aneddoti e ipotizzava scenari anche sulle sorti della dirigenza del Milan. Non accadeva molto tempo fa. Era il 1 ottobre scorso quando il sito di Roberto D’Agostino avanzava l’ipotesi di un avvicendamento nel ruolo di amministratore delegato rossonero tra Adriano Galliani a Giuseppe Biesuz. Un nome, quello di Biesuz, che a molti poteva non dire nulla. Al contrario, suonava e suona familiare alle migliaia di pendolari milanesi che ogni mattina e ogni sera salgono e scendono dai treni di Trenord, la società di cui Biesuz è amministratore delegato, da sempre nel mirino dei viaggiatori per i frequenti disservizi, soprattutto in questi ultimi giorni.

Succede, però, che oggi lo stesso Biesuz, poco prima di presentarsi in una conferenza stampa per giustificare i disagi sulla rete ferroviaria, viene prelevato dalla Guardia di Finanza e condotto agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta della società Urban Screen, altra società guidata dal manager fino al 2008. Una vicenda per nulla legata a Trenord, ma che ha lasciato alquanto sbigottiti i giornalisti che questa mattina attendevano da Biesuz spiegazioni sui disservizi di Trenord e che, invece, sono stati rispediti a mani vuote nelle redazioni.

Il Milan, secondo Dagospia, avrebbe dovuto passare presto nelle mani di Biesuz che proprio due mesi fa si era detto “contento che si parli di me. E basta. Di questo non so nulla. Sono il convitato di pietra. Anche se penso che sono cose che non avvengono per caso”. Per poi aggiungere: “Non voglio danneggiare nessuno, tanto meno Galliani che ritengo il più grande manager calcistico della storia. Per dare una mano al Milan sono sempre disponibile”. Già, “dare una mano”: una sorta di “consulenza”, ovviamente ben retribuita.

Sarà difficile a questo punto che Silvio Berlusconi, che proprio oggi ha ventilato rinnovamenti importati in chiave politica (“Sarà candidato il 10% dei nostri parlamentari attuali” salvo poi correzione di rotta con successivo comunicato), possa decidere di privarsi di un condottiero storico come Galliani per affidarsi a uomini “nuovi”, ma già sulla bocca di tutti per fatti ancora da accertare. Un rischio. E mai come adesso il Cavaliere ha bisogno di limitare i danni ed evitare inciampate. Nel Pdl (o quel che diventerà) come nel Milan.

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