Il pericolo è l’emulazione

boateng niang milan-napoli (spaziomilan)Il pericolo e la preoccupazione riguardano l’emulazione, inutile nasconderlo. Stiamo parlando di tutte le voci di mercato che stanno interessando soprattutto il vasto mondo delle creste rossonere, fiore all’occhiello dell’ultima tribolata stagione. L’emulato è chiaramente Mario Balotelli, gli emulanti hanno un capofila in Stephan El Shaarawy, ma anche degli ottimi interpreti in M’Baye Niang e Kevin-Prince Boateng. E se per il ghanese pesa anche un’annata davvero ombrosa, che passerà agli annali solo per la strenua battaglia contro il razzismo, ElShaa e Niang potrebbero pagare un atteggiamento fuori dal campo non molto “atletico”. I dettagli li conosciamo tutti, le conseguenze potremmo saperle molto presto. Peccato perché, in altri contesti, un rapporto così stretto tra giocatori di uno stesso club non potrebbe far altro che piacere, ma evidentemente la grande personalità di Mario è destinata giocoforza a trascinare, pardon, ad affossare letteralmente le altre.

Certo, non è facile avere a che fare con uno come Balotelli: basti vedere come riesce ad imporsi in campo, a soli 23 anni, ad ogni punizione o rigore che devono essere battuti. Solo Pirlo, contro il Messico in Confederations, è riuscito più volte ad allontanarlo dopo fitti dialoghi e, forse, qualche capriccio. Ma nel Milan “dei nuovi” la realtà è stata ben diversa: complice una capacità realizzativa fuori dalla media, non ci sono mai state discussioni sui calci da fermo da gennaio a fine campionato. Ora bisogna capire, piuttosto, se possono bastare ipotetiche mancanze di personalità a vent’anni per non fare più parte di un club come il Milan: avrebbe senso valutare il rischio di perdere un attaccante come El92, che ha trascinato un gruppo alla deriva per più di metà stagione, solo perché protagonista di un’inaspettata evoluzione? E vale la pena girare già in prestito (si parla della Sampdoria) un elemento come Niang, tanto giovane quanto potenzialmente devastante?

Discorso a parte merita Robinho, che in passato ha avuto la cresta ma non ha certo bisogno di qualcuno che fortifichi o condizioni il suo ego. È da un anno che il buon Robson lancia segnali d’amore al Santos, che ricambia talmente tanto da fare le pulci sul suo eventuale acquisto nonostante i soldi freschi della cessione di Neymar. Caso curioso che necessita una veloce risoluzione, dal momento in cui il mercato brasiliano chiude il 15 luglio e dall’addio di Binho dipende la partenza ufficiale del mercato rossonero. Ricapitolando: le creste si “salvano” se si definisce l’affare Robinho e se si trova un acquirente per Boateng. Altrimenti l’eventuale arrivo di Tevez e la scelta del trequartista produrranno necessariamente un altro sacrificio. E c’è solo un giocatore del Milan che oggi ha sufficiente mercato in Europa: il Faraone.

(Christian Pradelli per IlSussidiario.net)

Impostazioni privacy