Niang, pericolosa bocciatura di Allegri. Attenzione: Cristante non va dimenticato. Kakà chiude un mercato non soddisfacente

Daniele Mariani è nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Conduce “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT). Dal 2011 collabora col Giornale di Vimercate.

D. Mariani (vicedirettore SpazioMilan.it)
D. Mariani (vicedirettore SpazioMilan.it)

La fine del mercato e un sospiro di sollievo. Pallone, solo calcio. E invece no. Perché alle 23.01 di lunedì 2 settembre Astori rimane vicino, Honda arriva a gennaio e lo scambio Niang-Kucka è possibile. Una cosa è sicura: un nuovo e bravo difensore centrale, l’unico vero dovere del Milan, non c’è (Silvestre non può bastare). Ma M’Baye merita un discorso più ampio, “vittima” di un errore di Gandini. O forse no. La non iscrizione dell’attaccante francese nella lista Champions è sì una mancanza spiacevole del Direttore organizzativo rossonero ma soprattutto una decisione di Allegri, che lo aveva cancellato a prescindere. Si tratta di una pericolosa bocciatura decisa dall’allenatore, prevedibile nei numeri ma meno nella sostanza per una giovane promessa… non mantenuta. L’esclusione, comunque, è pesante ma non clamorosa: in ogni caso si parla di 6 partite. E la colpa è anche di Niang, che in estate non è stato capace di mettere in campo un rendimento così elevato, rimanendo sempre nei suoi limiti. Superabili e da superare, ma forse al Genoa da gennaio.

Con Kakà si chiude un banchetto di trattative sufficienti ma non soddisfacenti: non manca solo un difensore, serviva, ma meno, un buon centrocampista. Bene Matri, benissimo Ricky (aspettando anche Saponara, in rampa di lancio), ma non basta per essere alla pari di Juventus e Napoli. Mentre un successo finale in Europa rimane impossibile. La squadra è questa, in esubero (2-3 giocatori sono di troppo) ma lo stesso competitiva per il terzo posto.

E a proposito di mediana da rinforzare, non dimentichiamoci di Cristante. 18 anni e la Nazionale nel presente, ma il Milan deve essere il suo arrivo. Fino adesso nei primi incontri ufficiali non è mai sceso in campo e nemmeno nelle amichevoli precedenti aveva avuto tanto spazio. E di fronte non c’era proprio dei colossi. Bisogna crederci di più, lo sanno Allegri e Galliani che, a differenza di Petagna, sereno della Sampdoria ma dispiaciuto per il tardivo divorzio (momentaneo) con il Diavolo, hanno voluto tenerlo ad ogni costo. E’ ora che l’intenzione diventi realtà, per non dare mai la sensazione che Bryan c’è ma il Milan ne può fare anche a meno. Che sia un investimento serio.

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