IL GIORNO DA RICORDARE È…

LA SCELTA DI SM. Sarebbe bastato seguire il profilo di Diogo Kotscho, portavoce di Kakà, per capire che davvero questa poteva essere la volta buona. E quando Twitter comincia a sfornare le prime cifre ufficiali, lo stesso Diogo usa un’emoticon per urlare a gran voce l’habemus papam. Era stato un suo “We will” di qualche giorno prima in risposta ad una tifosa rossonera a far drizzare le orecchie agli operatori del mercato, la partenza di Adriano Galliani è parsa fin da subito una vera formalità. Più vicina a quella di Ibrahimovic che a quella di Tevez. Ma questa era una questione di cuore, c’era la consapevolezza di andare a riprendere quanto un’offerta shock ci aveva sottratto quattro anni fa esatti.

PERCHÉ LO ABBIAMO SCELTO.Certi amori non finiscono… mai!“. La scritta sulla torta che ha chiuso il Kakà-day da “Giannino” ha riassunto perfettamente uno stato d’animo palpabile tra tanti tifosi, ma anche tra gli addetti ai lavori, che da Linate ha attraversato Milano fino a raggiungere via Turati e, solo dopo la firma, il ristorante “di famiglia”. Luogo perfetto per riabbracciare l’ex bambino d’oro, felice come quando, esattamente dieci anni fa, sbarcava per la prima volta in Italia, costato alla dirigenza otto milioni di euro. Nella sala rossonera, riservata a pochi eletti, Adriano Galliani si è goduto un ritorno insperato, dopo almeno tre tentativi negli ultimi due anni. Passeggiando lungo il tavolo, calice di bianco alla mano, si è (ri)lustrato gli occhi con le immagini trasmesse dal canale tematico rossonero: ha esultato nel rivedere (chissà quante volte lo avrà fatto) i gol più belli del suo pupillo e si è commosso quando ha visto depositata finalmente la firma sul nuovo contratto. Momento ancor più addolcito dalle note di Venditti, della canzone simbolo “Amici mai” che ha risuonato più e più volte in tutto il locale.

AL SECONDO POSTO… Già premiata come gara simbolo di quest’anno solare, Siena-Milan 1-2 ci ha regalato una qualificazione Champions che, a un certo punto, sembrava davvero insperata. L’inizio difficilissimo, la grande rimonta, la fatica di aprile e poi la volata di metà maggio con la Fiorentina. Per un terzo voluto e assolutamente meritato.

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