Il tweet di Alessandro Nesta come una sentenza. Ma di chi è la colpa?

Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. È allenatore, con esperienze nei settori giovanili della Pro Sesto dal 2006 al 2010 e del Crescenzago nel 2011.

Il pensiero post derby di Alessandro Nesta, centra perfettamente il più grande difetto del Milan in questa stagione: “#Milan come spesso a sprazzi. Non riesce mai a fare 90 minuti da squadra tosta. Questo è il grande limite”.

Ineccepibile. Anche domenica sera, in una delle più brutte stracittadine degli ultimi anni, il Diavolo non è stato in grado di restare in partita per tutta la sua durata. Ha prodotto poco e a folate. Non ha dato l’impressione di essere compatto e non ha fatto valere il suo peso offensivo. Anche nel suo momento migliore non ha realmente messo paura agli avversari. E’ bastata una singola giocata da campione per fargli perdere un punto che tutto sommato poteva anche aver meritato.

Il calcio è uno sport di squadra e si gioca in 11. Noi in 11 quest’anno non abbiamo mai giocato. In alcune circostanze ci è mancato un portiere, in altre un terzino, in altre ancora una centrocampista o un attaccante. Non sono mai mancate la corsa e la grinta di De Jong, straordinaria la sua professionalità e il suo attaccamento alla maglia. Non è mai mancato l’impegno e l’abnegazione di Kakà, ma con Roma e con Inter persino Ricky è risultato fuori partita. Un calo fisiologico comprensibile e pronosticabile il suo, non certo una colpa.

Le colpe tuttavia ci sono, sono evidenti e vanno distribuite. Se la rosa non è competitiva lo dobbiamo alle scelte societarie. Se non abbiamo un gioco lo dobbiamo all’allenatore. Se alcuni elementi non danno tutto è un problema di coscienza del singolo. Senza la dedizione di Nigel e Ricardino a quest’ora non avremmo nemmeno i nostri pur miseri 19 punti in campionato e men che meno avremmo la possibilità di giocarci gli ottavi di Champions League.

Pare tuttavia che la dirigenza voglia aggredire il mercato di gennaio. Tante cessioni e acquisti mirati. Un segnale incoraggiante, di fatto un tardivo mea culpa. Forse finalmente, anche ai piani alti qualcuno si è accorto che se non si agisce a livello strutturale, nulla potrà cambiare veramente.

Twitter: @fabryvilla84

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