IL GIORNO DA DIMENTICARE È…

LA SCELTA DI SM. Nella mattinata del 29 novembre l’a.d. rossonero Adriano Galliani annuncia le sue dimissioni “per giusta causa”. Una giornata da dimenticare, una notizia shock che sconvolge e congela in poco tempo tifosi e società. Quello stesso uomo che da 27 anni e 10 mesi segue il Milan e la sua storia con una passione così intensa da rendere quello rossonero uno dei più grandi club a livello mondiale, all’improvviso decide di lasciarsi alle spalle tutto. Offeso, forse umiliato, rivela fra le righe la profonda frattura che lo ha indotto a una scelta di questa portata: l’incompatibilità con Barbara Berlusconi, soprattutto dopo che quest’ultima lo accusa di aver mal gestito le ultime due campagne acquisti. La reazione non tarda ad arrivare, Galliani definisce l’insinuazione di cattivo gusto reputandola “un grave danno alla mia reputazione”. Fortunatamente la vicenda prosegue, cellulari alla mano, tv accese, siti presi d’assalto per seguire una questione troppo spinosa per essere semplicemente accettata. Il giorno dopo si placa la tempesta. Berlusconi convoca Galliani ad Arcore convincendolo a restare. Vedremo ancora cravatte gialle per almeno quattro anni.

PERCHÉ L’ABBIAMO SCELTO. E’ indubbiamente la stagione rossonera peggiore degli ultimi 25 anni. La verità è che da questa crisi il Milan non riesce ad uscire. Poco gioco di squadra, un allenatore messo in discussione forse troppo spesso e probabilmente poco rispettato dagli stessi giocatori, sfortuna, l’assenza di un presidente che pesa come un macigno. In situazioni come questa, ci si attacca saldamente a quei pochi punti di riferimento capaci di trasmettere un minimo di speranza e stabilità. Il 29 novembre quegli appigli sono stati improvvisamente strappati, gettando tutto nel caos più totale. Ecco perché reputiamo che questa sia la giornata da dimenticare, la data che ha quasi visto la fine di uno dei rapporti più saldi e duraturi della storia del calcio. Un addio che sarebbe arrivato nel momento più difficile e meno opportuno che si potesse immaginare. A quel punto, se Galliani fosse davvero andato fino in fondo, il temporale che sta perseguitando il Milan si sarebbe trafsormato in un tornado dalla forza devastante.

AL SECONDO POSTO… La nostra seconda scelta parla spagnolo. 12 marzo 2013, Barcellona. Lo 0-2 dell’andata a favore dei rossoneri è ormai un lontano ricordo, quasi una fantasia, una parentesi, una lontana sfumatura. Il mostruoso Lionel Messi due volte, quindi Villa e Alba ammutoliscono i rossoneri. L’entusiasmo portato a Barcellona ha vita breve, viene stroncato sul nascere dal dio del pallone e dai suoi seguaci. 4-0, finisce qui il sogno rossonero in Europa. Nessun errore arbitrale, nessuna sfortuna. Non esiste tattica né schema capaci di sopravvivere alla furia blaugrana. L’unica cosa da fare è ammettere la netta superiorità di un avversario che quando gioca così è semplicemente imbattibile.

 

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