Mister Inzaghi e “Una mentalità per essere vincenti”. Ecco come Pippo scrive il suo calcio

Allena solo da due anni, ma ha già conquistato tutti: stiamo parlando di Filippo Inzaghi, fresco vincitore della Viareggio Cup.

La Gazzetta dello Sport in edicola stamane, riporta i passi salienti de “Una mentalità per essere vincenti” tesi con la quale Inzaghi ha passato il corso Master Uefa Pro per diventare allenatore a Coverciano. La recente sconfitta agli ottavi di Youth League, contro il Chelsea, è già alle spalle perché come spiega mister Pippo: “Ho sempre sentito dentro me la voglia di confrontarmi e di vincere, ma ho sempre pianto quando ho vinto, mai quando ho perso”. Il tecnico della Primavera rossonera ha elencato tutti gli ingredienti che occorrono ad un gruppo per diventare una vera squadra e di raggiungere quindi gli obiettivi prefissati. Fondamentale è dividere il percorso in tappe, procedendo con gradualità, come lo stesso Inzaghi afferma: “Nella mia carriera da calciatore ho raggiunto traguardi gradualmente e lo stesso voglio fare da allenatore, poiché l’esperienza è ciò che più insegna, sia nella vita che nella professione, e l’umiltà è il primo valore”. Per le panchine importanti c’è tempo, per ora mister Pippo sta benissimo alla guida della sua Primavera ed è proprio ai suoi giocatori che il tecnico ha assegnato una sorta di decalogo, regole da applicare dentro e fuori dal rettangolo verde: si parte da “Stile e rispetto“, “Sapere dove andiamo“, “Autostima“, “La squadra e l’importanza di essere coesi“, “La coscienza della sconfitta: accettare e affrontare sempre la sfida” (una sorta di continue attività sotto forma di gare con premi stabiliti), “Semplicità e concretezza: efficacie a coscienza dell’errore“, “Saper soffrire” (ai suoi ragazzi è richiesta una resistenza elevata, sia fisica che psicologica), “Sistemi offensivi e difesa attiva“, “Giocare sempre” e “Cuore e passione“. Anche tatticamente il tecnico piacentino non ha dubbi: difesa a 4, pressing, conquista immediata della sfera e dello spazio e creatività in attacco. E non è tutto. Nella sua tesi, Inzaghi svela anche il lavoro certosino fatto attraverso la video analisi: attraverso appunto dei video, ad ogni calciatore è permesso di rivedere le proprie azioni e quindi capire i propri errori; tutto unito ad un inteso uso di frequenzimetri e rilevatori telemetrici. Per Pippo ancora più importante di tutto è l’equità: “La sua presenza salda la squadra, l’assenza la distrugge”; mentre la falsità “Distrugge in partenza ogni possibilità d’incontro”.  Dopo essersi ispirato a Gianpaolo Montani e Hors Wein e studiato psicologi e coach del Pnl (Programmazione neuro linguistica), mister Inzaghi annuncia la sfida: bisogna essere e non fare l’allenatore.

Del resto lo si sapeva già, Filippo Inzaghi è un uomo che vive di calcio.

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