Abbiati travolge Schelotto e le residue speranze. Errore sciocco, ma nessuna croce addosso

Milan-Parma è iniziata da un solo minuto, i rossoneri hanno ancora la testa a Madrid mentre i ducali iniziano alla grande. Dopo 60 secondi di gioco, uno scatenato Parolo mette in subbuglio la difesa rossonera, Abate recupera. Il primo tiro pericoloso è però di Cassano che al secondo minuto calcia di poco a lato una pericolosa punizione, Abbiati è attento tra i pali. Al quarto minuto succede l’irreparabile: Schelotto vola sulla fascia imbeccato da un preciso lancio di Cassano. Il portiere del Milan esce e travolge l’attaccante gialloblù. L’arbitro Celi non ci pensa un istante: cartellino rosso per Abbiati e rigore per gli emiliani. Cassano spiazza il neo entrato Amelia e porta in vantaggio il Parma.

Il gesto scriteriato di Abbiati era solo il preludio della disfatta, l’1-0 di un impietoso 4-2 finale. Nelle ultime sconfitte, l’estremo difensore rossonero non aveva di certo sfigurato. Gli si poteva imputare un’insolita staticità e una scarsa reattività, ma non gli si poteva attribuire nessuna colpa per i ko. Neanche in questo caso è possibile farlo, ma sicuramente è lecito affermare che abbia commesso un errore da principiante.  Un portiere della sua esperienza non può commettere uno sbaglio simile, non molto diverso da quello commesso da Gabriel a San Siro contro la Roma a metà dicembre. Seedorf si aspettava tanto da lui, il Milan arrivava da un periodo difficile e la concentrazione doveva essere massima per tutti. Se non si tratta della mancanza di concentrazione, quali potrebbero essere le cause del brutto errore di Abbiati?

Un periodo di forma non troppo smagliante sicuramente. I 36 anni, 37 ad inizio luglio, cominciano a farsi sentire sia nella perdita dei riflessi che nella difficoltà di recuperare fisicamente tra un impegno e l’altro. Un’altra causa potrebbe essere l’insicurezza. Un portiere con davanti una difesa solida ed efficiente gioca meglio, mentre se manca la fiducia nei compagni di reparto le possibilità di sbagliare aumentano esponenzialmente. L’errore di Abbiati poteva anche essere tollerato se commesso allo scadere per provare a preservare almeno il pareggio; dopo quattro minuti la partita sarebbe potuta comunque cambiare. Giocare in dieci contro undici non ha certo favorito il Milan, soprattutto se si è già sotto di una rete. Il numero 32 rossonero avrà modo di rifarsi al rientro dopo la squalifica.

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