Constant mette d’accordo tutti, riuscirà a farlo anche il CdA?

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Pensare che 9.471 paganti (pur sommati ai 23.543 abbonati e spettatori potenziali) possano risuonare simultaneamente come in un derby di Champions sembra impossibile. A meno che in campo non ci sia Kevin Constant, poliedrico giocatore dalle buone prestazioni miste a vuoti di posizione e metamorfosi degne del miglior Gregor Samsa. In una gara sonnacchiosa, per niente divertente e a tratti spigolosa, i frame sulla fascia sinistra diventano i più palpitanti. Constant, suo malgrado, è il simbolo di quel mercato sommerso, fatto di favori e controfavori, di colpi apparenti e di scelte che, pensiamo, potrebbero anche diventare affondi velati nel tanto atteso CdA di mercoledì prossimo.

Appuntamento succoso, c’è poco da dire: la prima chiusura dell’anno con due amministratori delegati, due realtà, due visioni diametralmente opposte che cercheranno, ancora una volta, di trovare la quadra per il solo futuro che conta: quello del Milan. Ma il primo topic da trattare non sarà dei più semplici da digerire: la chiusura in rosso a cifre tra i 10 e i 12 milioni di euro metterà i due Leoni (di zodiaco e di fatto) di fronte alla necessità di riflettere sugli investimenti del futuro. Evidenti i tre macrotemi: mercato (con i riscatti di Adil&Adel), sponsor (con la novità Toyo Tires, la terza casa di pneumatici in Giappone) e monte ingaggi, da ridurre ulteriormente sotto la tripla cifra.

E poi c’è la conquista dell’Europa League, l’utopia che oggi è un po’ più realtà: tre punti dal sesto posto con una vigilia di Pasqua che, Livorno permettendo, ci vedrà guadagnare altri punti sul Parma, sull’Inter o su entrambe. L’idea che possa serpeggiare qualche malumore tra i giocatori e tra quella frangia di tifosi che reputa la piccola Europa un peso è e resta un vero e proprio malcostume: lo stesso che, anno dopo anno, sta disintegrando la posizione dell’Italia nel ranking UEFA. E pensare che il Portogallo, che ci tallona da vicino, ha costruito la sua fortuna proprio nell’ex Coppa Uefa. Ma qui, di solito, ce ne accorgiamo solo a cose fatte. Quindi è ancora “presto”…

Twitter: @Chrisbad87

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