Immobili… su tutti i fronti

Si chiude con l’ennesima amara prestazione americana e con l’inarrestabile immobilismo nel mercato, sia in entrata che in uscita, la settimana che ci proietta nell’ultimo mese di trattative. Stanotte, con la sconfitta per 2-0 contro il Liverpool, il Milan saluta la Guinness Cup con un “bottino” di tre sconfitte su altrettanti incontri disputati, un solo gol realizzato e ben 10 subiti. La sfida di ieri contro i Reds ha mostrato, nel complesso, un Diavolo leggermente più in palla rispetto agli incontri precedenti, soprattutto nella ripresa, ma ancora ben lontano da una condizione pur solo decente. La competizione disputata in America dai rossoneri è stata ai limiti del grottesco, è stata, anche se si parla di calcio d’estate, una esportazione di brutte figure, un mostrare al mondo come il vecchio Milan non esista più. E, dispiace ammetterlo, le parole di Inzaghi di difesa della prestazione di stanotte sembrano semplicemente le classiche frasi di chi non sa più cosa dire su una squadra che ha una difesa colabrodo, un centrocampo inesistente e un attacco inconcludente. IN RIBASSO.

Tutto ciò va di pari passo con un mercato che è insistentemente ancorato al nulla, immobile da così tanto tempo che ormai non se ne parla quasi più. È sfumato anche l’obiettivo minimo della settimana, l’abbordabilissimo Dzemaili, nel silenzio più totale. Non che si trattasse di un gran colpo, ma sicuramente un innesto importante in un centrocampo da brividi e soprattutto un acquisto assolutamente alla portata. Non si è riusciti nemmeno a prendere quello. L’obiettivo “rinascita”, malgrado la buona volontà e il lavoro di SuperPippo, resta utopico. Le prestazioni offerte negli Stati Uniti, infatti, atterriscono anche i più ottimisti. I nazionali stanno rientrando pian piano, ma la situazione non verrà comunque stravolta. La Guinness Cup frutterà qualche milioncino al Milan, ma lo scotto da pagare inizia ad esser pesante. Le batoste incassate da Olympiakos, City e Liverpool non hanno fatto altro che sottolineare l’inadeguatezza della rosa. Ma dai piani alti a nessuno sembra importare più di tanto. IN RIBASSO.

L’immobilismo del mercato rossonero, anche se ormai non è più una giustificazione, è in buona parte dovuto, lo abbiamo evidenziato a più riprese, a una rosa con troppi elementi, non indispensabili per livelli accettabili. E se la scorsa settimana ci siamo soffermati nel nostro Borsino sul caso Robinho, oggi diciamo che quella del Brasiliano è solo la punta dell’iceberg di una situazione insostenibile che qualcuno ha creato con delle colpe evidenti. Se Binho percepisce 2,5 milioni di euro a stagione, infatti, ci sono calciatori come Essien che ne guadagnano addirittura 3 e il cui rendimento in campo è a dir poco disastroso. Non è, pertanto, solo il numero 7 a dover partire. Tutte le trattative sono bloccate perché al momento ci sono oltre 30 giocatori sotto contratto. Non ci dilunghiamo nel tratteggiare la lista degli esuberi, perché i nomi sono ben noti a tifosi, addetti ai lavori e, soprattutto, alla società, che, tuttavia, continua a non intervenire, lasciando il Milan alla mercé delle figuracce internazionali. IN RIBASSO.

Unica notizia che potrebbe avere un alito di positività (ma il condizionale è d’obbligo) è quella riguardante il possibile ritorno in rossonero, dopo una telenovela ormai infinita, di Adel Taarabt. L’arrivo del marocchino, infatti, potrebbe essere agevolato dall’ormai imminente acquisto di Mauricio Isla da parte del QPR. Taarabt, infatti, vedrebbe ulteriormente ridursi gli spazi dal giocatore cileno, che dovrebbe arrivare a Londra in prestito con diritto di riscatto e spingere il QPR ad abbassare le richieste per il marocchino, il quale non rientra nei pieni della società inglese. Ad ogni modo, la trattativa si preannuncia piuttosto difficile, soprattutto in virtù della differenza tra la domanda degli inglesi e l’offerta dei rossoneri. Tuttavia, almeno questa speranza vogliamo concedercela. IN RIALZO.

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