Cerci, il tweet è un caso: polizia postale al lavoro

Polizia postale. E avvocato. Alessio Cerci è passato subito alle vie di fatto. Questione di tweet, password, hacker. E mercato. Ricostruzione, per chi se la fosse persa: è l’ora di cena, storia di ieri, quando dal profilo ufficiale di Cerci ecco ufficializzare il suo addio al Toro e l’accordo con l’Atletico. Scatta il retweet a manetta, in pochi minuti tutto il mondo sa che “Cerci va a Madrid, confermato dal giocatore stesso”. Peccato che, dopo un altro giro di lancette, il tweet galeotto scompaia facendo perdere le sue tracce. Che è successo? Hanno tirato le orecchie ad Alessio i due club? Partono le prime telefonate incrociate. Sponda Atleti smentiscono categoricamente, il loro sogno resta Schurrle, che però poco dopo segnerà con il Chelsea. Sponda Toro, nessuna conferma della chiusura. Ma sorrisi e ammiccamenti che lasciano pensare ad una trattativa con gli spagnoli comunque ben avviata. Nel ritiro del Toro, intanto, il delirio. L’ufficio stampa riceve mille telefonate, tutti impazziti per cercare di capire cosa diavolo sia successo. E Cerci? Giocava alla play con Ruben Perez, magari perdeva pure. Poi il cellulare ha iniziato a squillare come a Natale per gli auguri, un concerto di messaggini e wapp. Qualcuno ha rubato l’identità virtuale di uno dei protagonisti dell’estate di mercato. Succede anche questo, lo racconteremo un domani come caso. Presto qualcuno dovrà però dare spiegazioni a chi di dovere, perché l’Alessio furioso vuole (giustamente) risalire al colpevole di una pazza serata in copertina. Polizia postale e legali già al lavoro, appuntamento al prossimo tweet. Forse.

Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport) (Fonte: calciomercato.com)

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