Non è un caso, ma una frenata: Inzaghi punta su El Shaarawy

Un caso no, o meglio non ancora. Certo è che i 155 minuti di questo inizio stagione lasciano qualche perplessità, soprattutto in relazione agli spettri dello scorso anno. La serenità e i tempi d’oro sembrano essere lontani per Stephan El Shaarawy, che nonostante la partenza dell’ingombrante amico Balotelli, non splende come dovrebbe.

Eppure era iniziato tutto nel migliore dei modi: buona la prova all’avvio con la Lazio, un assit, grande sacrificio per la squadra ed ecco l’azzurro con Conte. La chiamata in Nazionale però segna una (piccola) svolta in negativo, il riacutizzarsi dell’infiammazione alla caviglia che già era uscita malconcia contro i biancocelesti, ha frenato la tanto agognata rinascita del Faraone. Fuori contro il Parma, spento in occasione della gara con la Juve, in panchina ad Empoli e Cesena.

Inzaghi ha la voglia e l’obbligo di crederci, non di rischiarlo. Recuperato quasi in extremis per la Juventus, il giovane rossonero ha giocato e dovuto fare i conti con tante critiche sulla sua prestazione. Le scelte del Mister poi sono venute di conseguenza e non a caso. Forse anche per proteggere un ragazzo che ha pur sempre 22 anni non ancora compiuti. Pazzini, ieri ai microfoni di Milan Channel, sembra proprio puntare sul problema pressione: “El Shaarawy e De Sciglio devono stare tranquilli e abittuarsi ai pregiudizi che ci sono in Italia: non c’è pazienza, ma loro hanno la testa sulle spalle e mi fido di loro“. E chissà che già col Chievo, la palla che non arriva dal 19 febbraio 2013 (data dell’ultimo gol in Serie A), non cada sulla cresta giusta.

Twitter: @arisiro92

 

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