Da Diavolo a Calimero. Dove sta il limite tra il clientelismo, il vittimismo e i reali valori di mercato?

Sarà che ancora non siamo (ancora) sotto settlment agreement, sarà che forse lo scorso anno volevamo attrezzare la squadra B under 23 con Marco Simone allenatore e poi è saltato tutto, lasciando così una Primavera zoppa poi non a caso retrocessa, ma il Milan sembra tagliato fuori dai vari giochetti di plusvalenze e scambi con cartellini gonfiati.

Non è necessariamente una polemica. Assomiglia più a un dato di fatto. La Juventus ha questo tipo di relazione con Udinese, Bologna, Doria, Sassuolo, Genoa e quest’anno anche con la Roma. L’Inter con Atalanta, Parma e poi Genoa e Roma lei pure. I giallorossi sono diventati esperti in questa pratica, per esigenze di bilancio e hanno un buon rapporto anche col Porto, per fare un esempio internazionale. Un intreccio di giovani, prestiti mascherati, recompre concordate e non certificate (da quest’anno non più ammesse da regolamento per come erano state precedentemente concepite).

Un valzer che non ballano tutte le società. Napoli e Lazio, oltre al Diavolo sembrano fuori da questo giro. Tuttavia sia i biancocelesti, sia i partenopei, hanno la capacità di vendere a caro prezzo i propri giocatori. E non necessariamente i titolarissimi. Per citare un uomo mercato di quest’estate, Simone Verdi, cercato dal Toro, parte da una richiesta di 25 milioni di euro secondo De Laurentiis. Un Castillejo, che pure ha giocato e inciso di più rispetto all’esterno azzurro ex Bologna, pare possa partire per 16 milioni.

E’ solo un eccesso di realismo della nostra dirigenza? O ci sono altre componenti, come la stampa, i media oltre alle pressioni della UEFA e del FPF? Le prossime settimane ci aiuteranno a capire qualcosa in più su questo ed altri temi legati al mercato e ai valori dei cartellini. La speranza è quella non sentire più offerte recapitate a Casa Milan, tipo Areola + 20 milioni per Donnarumma. Grazie.

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