Il fu Mattia Caldara. Un’estate dopo le stesse speranze

Il terrazzo vista Duomo è ancora il momento più alto di Mattia Caldara in rossonero. Quel caldo giorno d’agosto è rimasto il simbolo della stagione del Milan: tante speranze, rimaste tali. Affacciato con l’ex Atalanta, c’era anche Higuain e insieme hanno rappresentato il risultato dell’ultimo calciomercato estivo. Strade differenti, ma esito comune: un fallimento. Se con il Pipita l’arrivederci – nemmeno troppo rimpianto dalla tifoseria – ha segnato la fine del tentativo, Caldara è ancora lì. La sua stagione è stata tristemente coccolata dalla mala sorte.

Un infortunio dietro l’altra, la voglia di combatterli non è mai mancata ma il bottino del numero 33 è di due magre presenze: Dudelange in Europa League e semifinale di Coppa Italia contro la Lazio. Un investimento a bilancio per 40 milioni – tanto è stato valutato lo scambio con Bonucci – che non ha giocato nemmeno un secondo in Serie A. Caso più unico che raro.
Quasi un anno dopo il punto di domanda è più grande che mai. La massima incertezza sulle sue condizioni fisiche e sul suo pieno recupero portano Maldini e soci a guardarsi intorno per vedere cosa offre il mercato. L’addio di Zapata lascia un vuoto a livello numerico, Musacchio, seppur protagonista di una buona stagione, non è quel partner ideale per Romagnoli che sognano a Casa Milan. La strada dissestata intrapresa ad agosto 2018, quindi, porta a un bivio un anno dopo: puntare su di lui o rassegnarsi a un altro investimento sbagliato. O meglio, sarà ancora in grado Mattia di continuare quel percorso roseo di crescita cominciato a Bergamo?

Le sue qualità non si discutono. L’età è dalla sua e la Serie A l’ha già affrontata con ottimi risultati. Sulla carta la coppia Caldara-Romagnoli è di lunga durata e certezza annunciata della nazionale italiana del futuro. Tutte considerazioni fatte intorno a un tavolo, ma che non si sono mai tramutate in realtà in campo. L’estemporanea apparizione contro la Lazio ha lasciato la percezione di un calciatore capace, ma imballato da un lungo periodo di inattività. Giampaolo ha fatto capire che vorrebbe qualcosa di meglio di Musacchio, e guardandosi intorno ha cercato Kabak – passato poi allo Schalke – e al suo giovane usato sicuro della Samp Andersen. Il danese però ha una valutazione di 30 milioni e un suo acquisto sbarrerebbe la strada al ritorno in campo di Caldara.


Al momento sono solo parole d’estate che con il calcio giocato c’entrano spesso poco. Sarà decisivo già il primo giorno di ritiro quando lo staff rossonero riavrà sott’occhio l’ex Atalanta e sarà un grado di dire al nuovo mister che certezze potrà dare.
E quindi il Milan, un’estate dopo, si trova di nuovo al punto della speranza, questa volta che i tanti stop non cancellino il talento del difensore ma che ne abbiano solamente rallentato la consacrazione. Caldara è sempre la prima scelta in condizioni ideali e in casa rossonera non si discute un giovane così. Con l’augurio di essersi lasciato alle spalle gli acciacchi, Mattia è pronto a prendersi con un anno di ritardo quel posto accanto a Romagnoli.

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