Obiettivo vecchio, allenatore nuovo. Domani Giampaolo si presenta al Milan

È ufficiale dal 19 giugno, ma solo domani il Milan leverà il velo a Giampaolo per presentarlo ufficialmente a stampa e tifosi. Il neo mister parlerà per la prima volta al pubblico alle 17 a Casa Milan. Maldini e Boban presenzieranno per dare la loro benedizione formale al tecnico voluto fortemente per sostituire Gattuso. Il calabrese si è dimesso a fine campionato quando non ha sentito più la fiducia di Leonardo, tornato nel frattempo al Psg, e Ivan Gazidis, l’amministratore delegato rossonero arrivato dall’Arsenal. Proprio da Londra l’ad si è portato dietro la voglia di un calcio propositivo e devoto al bel gioco e ha individuato nell’ex Sampdoria l’uomo giusto. Inversione di tendenza, quindi, rispetto al passato recente. Sia Montella che Gattuso, soprattutto, sono più pragmatici: organizzazione tattica in primis e attenzione alla fase difensiva, sacrificando (almeno in parte) una manovra corale in avanti. Un’operazione che può essere paragonata alla scelta della Juve di affidare a Sarri il post Allegri.

E proprio dall’esonero dell’allenatore livornese nel 2014, il Milan ha fatto tante scommesse a scatola chiusa, alternando alla guida bandiere di campo (Seedorf e Inzaghi) ad allenatori in rampa di lancio (Mihajlovic e Montella). E il valzer si ripete anche ora: via Gattuso, uomo rossonero, e dentro Giampaolo, astro nascente della panchina. L’obiettivo del pescarese è lo stesso che ha accomunato le scelte precedenti: tornare in Champions League. Per farlo Maldini e Boban gli stanno lasciando ampio margine decisionale sul mercato per cucirsi addosso una squadra su misura. A parte Hernandez, voluto fortemente dal direttore tecnico, Krunic e Bennacer sono giocatori che si sposano con il suo progetto tecnico. Più caratteristiche che nomi quindi in questa ricerca estiva. L’ex Samp si è dimostrato un amante della scuola empolese dopo averla guidata nel 2015-16. La richiesta di Torreira (o Praet in alternativa) è dettata dalla conoscenza profonda dei giocatori che ha già allenato. Il centrocampo a tre che Giampaolo vuole disegnare per il suo primo Milan dev’essere composto da un regista che sappia dettare i tempi di gioco, due mezz’ali abili a inserirsi e offrire copertura alla difesa e poi il trequartista in grado di legare il gioco con i due attaccanti. Se per il ruolo dietro alle punte si punta forte su Paquetà, per gli altri ruoli ci sono già delle alternative, ma Giampaolo vorrebbe ampliare la rosa delle scelte.

Il compito affidato al nuovo allenatore è più difficile di quello dei suoi predecessori. Perché a differenza di altri Gattuso, pur non esaltando San Siro, è arrivato a un solo punto dalla Champions League. Una lunghezza che vista nell’arco di 38 partite può risultare a volte una casualità. La base della risalita è stata costruita e ora Giampaolo è chiamata a impreziosirla.

La presentazione di Montella nel 2016 fu incentrata sugli obiettivi comuni di mister e società, l’ultima annata della presidenza Berlusconi, di riportare in alto il Milan. Un anno dopo, gasato dagli investimenti cinesi si ripresentò a Milanello senza porsi limiti. Ma già 5 mesi dopo salutò sostituito da Gattuso per mettere un tappo a una barca che faceva acqua da tutte le parti. Il calabrese, pur con la sua umiltà, rilanciò le stesse parole. Parole che probabilmente pronuncerà anche Giamapolo. Se l’esito sarà differente lo sapremo solamente a maggio 2020, ma dopo la presentazione di rito già da martedì potrà mettere le mani per modellare la sua nuova creatura. In attesa di avere nuove frecce per il suo arco dal mercato.

Niccolò Severini

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