Piatek, il gol della liberazione. Quanto pesava quello zero

Incubo finito. Sono queste le parole che sceglie di usare La Gazzetta dello Sport per parlare di Piatek. Il Pistolero ha regalato la prima vittoria esterna della stagione al Milan su calcio di rigore, spezzando un digiuno che durava dal 19 maggio in maglia rossonera (in gol contro il Frosinone, ndr) e dal 6 aprile in trasferta (contro la Juventus, ndr). La rete arriva al primo calcio di rigore trasformato con la maglia rossonera. Media del 100% se si considerano anche i due calciati con la maglia del Genoa la scorsa stagione.

Prima di trovare il gol però, Piatek non ha giocato una buona partita. Poco preciso nelle conclusioni tentate verso la porta veronese, ma anche negli appoggi ai compagni e uno scarso contributo alla manovra offensiva. Dopo il gol, celebrato con un’esultanza polemica e rabbiosa (il dito portato alla bocca per pretendere silenzio dopo le critiche), si è svegliato. È stato decisamente più cattivo e più naturale, come quello della scorsa stagione, segno che il numero zero alla casella gol segnati stava diventando pesante. Emblematica la determinazione con cui si è fiondato sulla respinta corta di Silvestri per mettere in porta il pallone del 2-0, poi annullato per la vistosa carica sul portiere dell’Hellas.

Gattuso lo “accusava” di parlare poco e anche con Giampaolo è rimasto lo stesso. Infatti, Kris non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione nel post partita, concentrandosi subito sulla settimana che porterà al derby.

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