Leao: “Ibra? Giocavo con il suo personaggio alla PlayStation 4”

Intervenuto ai microfoni della CBS, Rafael Leao ha parlato di diversi argomenti del suo Milan di questa stagione.

Ibra? Giocavo con il suo personaggio alla PlayStation 4 quando mi sono trasferito al Milan ed ora gioco e mi alleno con lui nella vita di tutti i giorni. Ogni giorno con lui è un’opportunità per crescere, sono molto orgoglioso e sto cercando di ascoltarlo e di diventare migliore ogni giorno grazie al suo aiuto. Fuori dal campo gioca, scherza e si diverte ma in campo, è diverso. E’ molto duro e non scherza molto Quando lo hai in campo al tuo fianco, puoi battere qualsiasi squadra. Non importa quale sia. Ibrahimovic è un’icona: se lo hai in squadra, puoi raggiungere grandi obiettivii”.

“Abbiamo Ibrahimovic che ha portato grande esperienza per aver giocato in Champions League e per aver vinto l’Europa League. Abbiamo giovani giocatori ed un grande allenatore come Stefano Pioli. Pioli ci ripete di non sentire la pressione ma soltanto di giocare la nostra partita e di divertirci. Quando sento questo, è quello che faccio. Mi godo la partita”.

“Da quando siamo tornati in campo dopo il lockdown, abbiamo affrrontato ogni partita come se fosse una finale. Ci siamo sempre detti: ‘Questa gara è una finale, la prossima sfida è una finale’. Questo è stato il cambiamento. Il gol di Hauge contro il Celtic? Alla fine del primo tempo, quando eravamo negli spogliatoi, gli ho detto ‘Fratello, continua così, vai uno contro uno e vedrai che farai gol’. È un mio compagno di squadra. Se lui aiuta la squadra, sta aiutando me. Quando la squadra non va bene, è difficile per i calciatori farsi notare”.

“Quando abbiamo una partita sappiamo di dover dare il 100% perché questo club ha vinto 7 Champions League. Che si tratti di Coppa Italia o Europa League, non ci interessa: vogliamo vincere sempre. Se perdiamo, miglioreremo e cercheremo di imparare dalla sconfitta. Il club ci trasmette molta fiducia, non abbiamo pressioni, ci godiamo le partite. E’ importante per un giovane calciatore sentirsi dire dall’allenatore di non sentire la pressione e di godersi la partita, affinché si possa dimostrare ciò che si sa fare”. 

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