Galliani, i numeri del cuore: è un Milan da primato, che non sempre è sinonimo di successi. L’analisi

Galliani in via Turati - Copyright SpazioMilan.itIl Milan è l’unica squadra in Italia che da 5 anni consecutivi partecipa alla fase a gironi della Champions League, l’unica. In Europa, così come il Milan solo Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United, Chelsea e Arsenal. Anche in campionato il discorso non cambia: primato da 378 punti rispetto ai 358 della Juventus e 354 dell’Inter nel lustro iniziato cinque anni fa. “Rivendico la storia del Milan” è la frase più forte, importante e vera della conferenza di ieri a Milanello, quando Galliani ha rubato la scena alla presentazione di Kakà con parole precise, chiare e rossonere. Ricky aspetterà il campo per “rifarsi”, ma il suo sorriso contagioso prima, durante e dopo quei momenti resterà nel nostro cuore. E non solo quello, speriamo.

Il Milan non ci sta e non vuole passare per la squadra che vende i campioni, si accontenta del terzo posto in Serie A e si pone come traguardo minimo gli ottavi di finale in Coppa. Questi sono punti di partenza, linee guida, obiettivi che non si possono non raggiungere. Ma non è vietato fare di più, ci si sorprenderebbe volentieri. Anche perché nel resto del Mondo c’è chi canta le lodi di squadre che hanno in comune con il Milan quasi le stesse cose, ma senza che vengano considerate “non competitive” a priori. Anzi, in termini di vittorie dovrebbero invidiare casa nostra. Ma è pur vero che nel recente passato il Diavolo ha collezionato punti ma pochi successi, a differenza di diverse big. Senso e paradosso: i numeri parlano da soli ma non sempre rendono giustizia.

Galliani fa bene ad arrabbiarsi perché è l’unico modo per farsi davvero capire, ma non può nemmeno negare che, soprattutto a livello europeo, in questi anni il Milan non è stato nemmeno da podio. Per manifesta superiorità delle avversarie. Questo monito deve essere un motivo per migliorare, anche sul mercato. Kakà va più che bene, ma non cancella le debolezze che ancora ci sono in difesa e la mancanza di riserve a centrocampo. Perché quando si dà spazio solo al pallone i discorsi non valgono più. Ma la storia gloriosa del Milan è incancellabile.

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