Thailandia, cosa bolle in pentola. E intanto l’Empoli corre più di noi

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano MI-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Non era una novità che il Milan fosse nel mirino di investitori asiatici pronti a mettere sul piatto denaro sonante per assicurarsi le quote della società rossonera. E non è una novità che, non appena le notizie vengono pubblicate dai giornali, arrivi il comunicato di smentita da parte di Fininvest. Quel che suona come “nuovo”, se così si può dire, è il fatto che la stessa Fininvest nei giorni scorsi ha escluso “categoricamente” colloqui di “qualche concretezza e tantomeno preaccordi scritti”, ma ha confermato che “da parte di vari soggetti è stato mostrato interesse per partnership relative al Milan”. Insomma, una prima ammissione tra le righe.

C’è di vero, dunque, che qualcuno ha bussato alla porta. E se fosse davvero il quarantenne Bee Taechaubol a guidare la cordata da 300 milioni di euro per il 30 per cento del Milan, allora bisognerebbe fare due conti. Qui, infatti, si torna al solito ragionamento già sentito a più riprese: qual è l’interesse di un imprenditori a investire in una società senza poterne guidare la governance e rimanendo in minoranza? Tradotto: perché investire pesanti somme senza poter comandare? Qui sta il “giochino” che andrà dipanato nelle prossime settimane, sempre che la trattativa faccia un passo avanti. Esiste, tuttavia, la cosiddetta “option call” che consentirebbe ai thailandesi di acquisire la maggioranza della società in un triennio successivo a quello del primo contratto sottoscritto. Insomma, c’è qualcosa che bolle in pentola.

Quel che resta al palo, invece, è la classifica. Sembra incredibile, ma dopo gli exploit di fine 2014, il Milan nel nuovo anno ha collezionato appena cinque punti in campionato. Roba da retrocessione visto che solo il Parma ha fatto peggio della squadra di Inzaghi con quattro punti. E il pareggio di ieri contro l’Empoli comporta un’amarezza più profonda dal momento che vediamo a San Siro squadre costruite con meno di un ventesimo dei capitali investiti dal Milan, ma che corrono a cinque velocità in più. Era già successo all’andata (tra l’altro).

Twitter: @Chrisbad87

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