La coerenza di Paolo Maldini

L’indipendenza del pensiero vale più di qualsiasi impiego”: in tanti si riempiono la bocca di belle parole, Paolo Maldini l’ha dimostrato con i “fatti”. Quello del capitano è un “NO” pieno dell’immenso amore che nutre nei confronti della nostra maglia. Un amore che si tramanda di generazioni in generazioni. Lui è stato protagonista della squadra più bella e più forte della storia del calcio. E non vuole essere comprimario di un Milan minore. La coerenza di Maldini è quella di chi ha il coraggio di rispondere a muso duro ai suoi stessi tifosi, molti altri suoi colleghi invece hanno passato la vita a ingraziarseli. E quegli stessi tifosi hanno apprezzato il suo comportamento “da uomo” tant’è che proprio la scorsa settimana gli avevano pubblicamente dato credito e fiducia per un futuro in società.

La coerenza di Maldini è stata quella di rifiutare qualsiasi ruolo proposto da Galliani, soprattutto quello di responsabile del settore giovanile. Lui diceva: “Se torno al Milan torno da numero 1, da capitano, altrimenti niente grazie”. Ma rimaneva e rimane il primo tifoso del Milan. Tanti altri avrebbero dato qualsiasi cosa per una poltrona, anche una poltroncina in società. Anche per un anno in più di contratto. E quando il contrattino non è arrivato, non hanno esitato a voltare le spalle al loro glorioso passato rossonero. C’è chi lo ha fatto indossando un’altra maglia e chi invece lo ha fatto schierandosi con l’”opposizione”. Paolo no, mai. La coerenza di Maldini è quella di dire: “Fatemi sapere chi è il proprietario del nuovo Milan, voglio sapere chi c’è dietro a questi milioni… di parole”. La coerenza di Maldini è quella di dire: “Non volevo stare “sotto” a Galliani, potrò mai stare “sotto” a Fassone e Mirabelli?”. Con tutto il rispetto. Come avrete capito sono rimasto estasiato dal discorso “MILANISTA” di Maldini. Ma in questa settimana di “sosta” il mondo milanista si è diviso tra quelli “pro” e quelli “contro” la decisione di Paolo. Non so chi abbia ragione e chi abbia torto, ma da milanista la domanda che mi pongo è: perché Maldini ha detto di no?

E dietro questa risposta purtroppo ci sono tutte le nubi che si addensano sul futuro della nostra squadra. Futuro che ancora non è chiaro. Nelle ultime ore, dopo il “gran rifiuto” di Maldini, la Sino Europe si è affrettata a sparare a raffica i nomi di tutti i rappresentanti dell’impero economico cinese. Nella “cordatona” del closing ci sono dentro tutti, banche, assicurazioni, multinazionali, lo stato cinese. Ma sono curioso di vedere chi di questi ci sarà davvero. Per ora nessuno di questi potentati ha confermato la propria presenza, anzi. Per ora siamo ancora con la mitica SINO. Credo che i soldi per il famigerato closing ci saranno, probabilmente ci saranno anche quelli per ripianare i 220 milioni di debiti. E poi? E poi chi lo sa? Dal 20 novembre o giù di lì non potremo più tirare per la giacchetta Zio Silvio. A chi rivolgeremo le nostre lamentele se a gennaio o a giugno invece di comprare rinforzi la nuova società venderà Donnarumma e Romagnoli? Nelle ultime ore infatti per il nuovo Milan della SINO si parla più di “grandi cessioni” che di “grandi acquisti”. Non sappiamo chi saranno i nuovi proprietari del Milan, ma sappiamo per certo che sarà un Milan low profile. Le uniche figure note sono due esordienti totali, proprio come lo erano Seedorf e Inzaghi. Clarence e Pippo non avevano mai fatto gli allenatori, cosiccome Fassone e Mirabelli non hanno mai fatto rispettivamente l’amministratore delegato e il direttore sportivo. Almeno i primi due avevano un grande passato rossonero, Fassone e Mirabelli, nemmeno quello. Fassone, in particolare, si era posto due obiettivi dichiarati per questa fase del “pre closing”: reclutare un ds e una “bandiera”. Come “ds” ci aspettavamo uno alla Corvino o addirittura alla Sabatini (per giunta libero) e invece ci ritroviamo un ex osservatore. L’assalto alla “bandiera” poi è stato totalmente fallimentare. Contattare pubblicamente Maldini e ricevere un secco no è stato il peggior modo di cominciare la nuova era per l’ex dirigente di Juve, Napoli e Inter.

Capitolo Galliani: parliamoci chiaro, la maggior parte dei tifosi milanisti non vedevano l’ora che arrivassero i nuovi proprietari per “pensionare” Galliani. Era il loro grande sogno. E adesso che escono voci secondo cui Fininvest vorrebbe che rimanesse il vecchio amministratore delegato nel nuovo CDA come la mettiamo? E se i cinesi cacciassero tutti tranne Galliani come ci rimarrebbe la maggior parte dei tifosi che hanno identificato in lui la causa di tutti i mali fuori dal campo? Il destino beffardo ha voluto che la trasposizione in campo di Galliani, l’altro capro espiatorio, si procurasse un brutto infortunio proprio in questi giorni. E adesso come la mettiamo? Tutti quelli che consideravano Montolivo la causa di tutti i mali del Milan, si accorgeranno che era il giocatore più importante, il vero leader, quello che più di tutti teneva alla nostra troppo bistrattata maglia. Già domenica a Verona, Montella non sa come sostituirlo. Bisognerà aspettare il mercato di gennaio. Sperando che Fassone e Mirabelli, stavolta, riescano a centrare l’obiettivo. Ammesso e non concesso che il mercato lo facciano loro…

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