#5 – Ottobre, il Milan non decolla

Col termine del campionato, la rubrica “Dopodiché” va in vacanza per lasciare spazio a “Riviviamoci!”: approfondimenti cronologici, monografie e racconti tematici con cui rivivremo la grande stagione rossonera 2010/2011!

Il mese di settembre per un Milan ancora in rodaggio si conclude con la trasferta di Amsterdam. Dopo la doppietta di Ibrahimovic nella prima giornata della Champions League contro l’Auxerre, i ragazzi di Allegri contro l’Ajax partono malissimo, andando subito sotto al 24′ grazie al gol di El Hamdaoui; gli errori di un Robinho versione samba sotto porta sembrano così l’inizio di una serata storta. Ci pensa lui, però, tornato in Olanda come campione affermato e non da giovane promessa, Zlatan Ibrahimovic, a risollevarci e a farci tornare a Milano con un punto che vale oro. Quattro punti nelle prime due giornate di Champions League dietro ad un Real Madrid a bottino pieno che scappa, il sogno primo posto nel girone pare già sfumato.

Ottobre è il mese del Milan che non riesce ad esprimersi al massimo, dalle buone potenzialità ma che sul ring non gira, come il miglior pugile. La buona trasferta di Parma, conclusasi 0-1 con il fantastico gol di Pirlo da 35 metri, e la partita interna col Chievo, vinta 3-1 grazie ad un super Pato, autore di una doppietta coronata dal primo gol rossonero di Robinho, sembrano rilanciare la squadra di Allegri che però deve ancora trovare la giusta dimensione. Il primo cazzotto così lo riceviamo col Real Madrid. Due giorni prima della gara, durante il match col Chievo, perdiamo due pezzi grossi come Thiago Silva e Abbiati, e l’impresa dell’anno scorso di sbancare Madrid pare solo un ricordo lontano. Cristiano Ronaldo prima e Ozil dopo, nel giro di 2 minuti, fanno tornare il Milan con i piedi per terra e il 2-0 per i Galacticos va anche bene. Sarà proprio Galliani, il giorno dopo a Malpensa, a dichiarare che “avevo pensato che perdessimo 5-0, dobbiamo ancora lavorare molto”; un chiaro messaggio ad Allegri.

Un messaggio che il Conte Max assorbe, medita e mette in atto. La trasferta di Napoli nel posticipo di lunedì 25 ottobre in un San Paolo tutto esaurito mette pressione alla squadra rossonera, obbligata ad un unico risultato. Ed è proprio qui che esce il vero Milan. In emergenza pura, Allegri è costretto a schierare il partente Oddo sulla corsia di destra. Ed è proprio lui l’eroe della serata. Due cavalcate sul fondo e due assist al bacio: il primo per il secondo gol stagione di Robinho, l’altro per il solito Ibrahimovic che mette il cassaforte il risultato. Un fantastico gol di Lavezzi nel finale non bastano a un Napoli sempre in balia del gioco rossonero; una grande risposta alla débacle spagnola di 5 giorni prima.

Ma il Milan ci ricasca. L’ultima partita di ottobre dice che saranno Milan e Juventus, nel derby d’Italia, a contendersi un posto nella parte alta della classifica. I rossoneri, galvanizzati dalla vittoria di Napoli, partono favoriti su una Juventus reduce dalla trasferta e dalle polemiche di Bologna, partita dove Krasic viene squalificato dalla prova tv per 3 giornate saltando il big match di San Siro. Milan-Juventus incomincia nel segno di Ibrahimovic, che nei primi minuti stampa un tiro a giro sulla traversa di Storari. Ma, come accade nel calcio, quando non segni vieni punito. Quagliarella così, imbeccato da De Ceglie, trova il tempo giusto su un cross e 1-0 Juventus. San Siro ammutolito, e il silenzio continua nella ripresa: Del Piero, sull’unico affondo bianconero della ripresa sigla il doppio vantaggio per la Juventus. L’unico a crederci però è Ibra, autore del gol rossonero nel finale, ma non basta: la Juventus conquista Milano 1-2.

Un Milan altalenante alterna partite esaltanti, come Napoli, steccando nei match che contano, come la supersfida a Madrid e il derby d’Italia con la Juventus. Un Milan in crescita ma che non decolla, sempre e solo nel segno di Zlatan Ibrahimovic. Ma come un pugile, prima o poi, ci sarà il momento del riscatto. E questo momento si chiama novembre. Ma questa, è un’altra storia.

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di Matteo Tamburini

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