Miracolo a San Siro! Anzi, no…

Ascesa e poi discesa, inesorabile, continua. Risorgere per poi crollare, una carriera vissuta al contrario. Nelson de Jesus Silva, semplicemente Dida! Portiere brasiliano che ha potuto parare per la causa rossonera per quasi un decennio, vincendo molto, convincendo meno. Una favola senza lieto fine per una persona seria e piacevole. Professionista fino in fondo.

Titolare del Milan di Manchester, del Milan di Atene e del Milan di Yokohama. Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo. Un pezzo di storia recente rossonera, uno spazio tra le pagine più belle e vincenti del Diavolo. Anche se, pensando a Dida, prendono il sopravvento i ricordi più deludenti e negativi rispetto ai momenti più belli. Prevalgono le emozioni più recenti, siamo fatti così. La scenata di Glasgow quando stramazzò al suolo dopo una “carezza” di un tifoso, la clamorosa e decisiva papera nel derby con quel gol preso sotto le gambe che ci fa venire ancor i brividi.

E come non dimenticare il pazzesco errore di Madrid. Perle davvero rare, che resteranno, a malincuore, nella nostra memoria. Magra consolazione. Episodi che, però, sono stati  preceduti da annate eccezionali: dal 2003 al 2005 era Dida il miglior portiere in circolazione. Anche più di Buffon, senza discussione. Quel salvataggio a tempo scaduto contro l’Ajax aveva ben poco di normale, le parate contro il Chievo e contro il Palermo. I rigori di Manchester…

Ed è un peccato che la sua carriera calcistica non sia stata continua come rendimento. Quello che ha lasciato è stato senza dubbio un ricordo positivo, ma fino ad un certo punto. Lo si è apprezzato per la sua onestà, era e rimane una bravissima e buonissima persona. Sportivamente è riuscito a lasciarci un sorriso anche in questo caso, non importa se beffardo o scherzoso. Non lo si può definire un eterno incompiuto, bensì un fulmine a ciel sereno: improvviso, bello, rapido. Destinato a concludersi in fretta.

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