Che fatica!

Mamma mia, che fatica! In una serata gelida e nebbiosa un San Siro ancora scosso dalla delusione del derby di domenica diventa teatro della partita che non ti aspetti: dura, difficile, con pochi spazi da sfruttare e l’enorme difficoltà che soltanto una serata con poche idee e poca vena riesce a portar con sè.

Certo, è solo Coppa Italia, ma il caso ha voluto che l’avversario fosse proprio quel Novara che ritroveremo tra pochi giorni in quel turno di campionato che dovrà sancire, in modo perentorio, la nostra rinascita dopo l’incubo del derby. Eppure la doppia sfida con i piemontesi non è partita con i migliori auspici: certo, il risultato finale dice 2-1 e la qualificazione è stata centrata, ma a quale prezzo? La squadra ha affrontato 120 minuti di fatica e tensione, Pato è ancora una volta uscito malconcio. Non è ancora chiaro di quale entità sia l’infortunio, ma il vederlo uscire dolorante,a cinque minuti dalla fine con la squadra ancora sulla graticola, non è certo un segnale incoraggiante.

Tra le note più positive della serata abbiamo sicuramente la prestazione superlativa di Stephan El Shaarawy, ancora una volta sorprendente nella sua voglia di proporsi come protagonista. Suo è il capolavoro che al minuto 24 porta in vantaggio il Milan, sue sono le giocate più belle e applaudite con più calore dai tifosi rossoneri presenti.

L’1-1 siglato da Radovanovic all’88’ non è altro che la diretta conseguenza di una partita giocata su ritmi e toni troppo bassi, colpevolmente sottovalutata in quanto a rischi e insidie. Troppo lenti nel far girare palla, troppo testardi nel cercar di giocare per vie centrali con la difesa schierata. Certo, il goal degli uomini di Tesser è scaturito da una punizione molto discutibile, poi calciata in modo forse non irresistibile, ma quando non si fa alcuno sforzo per chiudere le partite il rischio di esser puniti diventa molto alto.

I supplementari sono iniziati con il perentorio di timbro di un Alexandre Pato apparso fino ad allora tutt’altro che in serata di grazia e poi, come già detto, uscito per infortunio. Tanto è bastato, comunque, per aver ragione di un avversario apparso a quel punto stanco e incapace di reagire al colpo subito sia da un punto di vista tecnico che psicologico. Una cosa è certa: ora occorre recuperare energie, al più presto e con la massima urgenza. Il “Novara – capitolo secondo” è già dietro l’angolo e, visti i tempi che corrono, potrebbe davvero non esser una passeggiata.

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