Lavagna tattica: la Juve di Conte

Juventus-Milan, atto quarto. Ritorno della Semifinale di Coppa Italia. Per superare il turno, dovremo ribaltare l’1-2 dell’andata. Una chimera. Gli uomini di Conte, con ogni probabilità, si schiereranno con un 4-3-3. Intensità, aggressività e dinamismo. Queste saranno le loro parole d’ordine.

A meno che non vogliano rovinarsi con le proprie mani, tenderanno a chiudersi. E a ripartire, una volta recuperata la sfera, chiamando in causa gli esterni d’attacco, incaricati di spingere e ripiegare. La Juve cercherà di gestire la situazione. Concederci varchi sarebbe controproducente. Non lo faranno. Aspetteranno che il Milan faccia la prima mossa. Garantito. Attaccheranno, com’è giusto che sia, basandosi su azioni di rimessa.

Scardinare la loro difesa e il loro centrocampo, dal momento che verrà annullata la distanza tra reparti, sarà difficile. Allegri, costituendo la Tim Cup l’obiettivo meno importante della stagione, potrebbe schierare le seconde linee. Ma, visto che il Milan sarà in campo, dovrà comunque tentare il miracolo. Almeno provarci. Per forza.

Non ci sono alternative. Rimanere coperti a centrocampo, per non rischiare umiliazioni, e verticalizzare per la prima punta. Dopodiché, sfruttare le sponde e gli inserimenti del trequartista e di un interno. Abbozzare disperati assalti costituirebbe un errore. Dovremo evitare di concedere varchi alla Juventus. Fare girare la palla e, appena possibile, lanciare il centravanti(specie se fosse Ibrahimovic).

Altri metodi porterebbero al fallimento. Se noi ci alzassimo, la Juventus ci devasterebbe in contropiede. Non ci sono vie d’uscita. L’errore è stato commesso all’andata. Non avremmo dovuto subire gol. Ma così non è stato. Ora, non ci resta che buttare la palla e pregare. Che piaccia o meno, trattasi dell’unica soluzione disponibile.

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