Ora sono tutti in discussione: l’analisi, riscatto per riscatto

Madrid come punto di crisi, nel senso etimologico del termine: un punto di rottura dal quale ripartire e ricostruire. Galliani lo sa e tracciata la linea si sta riservando le conferme e le bocciature per la fine della stagione. L’asticella è stata alzata (o abbassata) al 6° posto e al 18 maggio non essere a quel livello potrebbe costare il posto a molti. Da mister Seedorf all’ultimo dei giocatori, tutti si giocano il posto in questi ultimi mesi di sola Serie A.

Per porre delle basi si pensa all’arrivo di Alex dal PSG, che nelle ultime ore sembra una questione di dettagli. In più ci sarà l’approdo sicuro di Agazzi per la porta che determinerà sicuramente l’addio di qualcuno in quel reparto. Ad essere “immuni” da una possibile cessione ci sono sicuramente Abbiati e De Sciglio per la fase difensiva, a metà campo Montolivo, De Jong e Poli avranno il beneplacito per restare, davanti si aspetta El Shaarawy e viene confermato Pazzini. Con Coppola che resterà sicuramente a fare il terzo portiere senza patemi d’animo, dei 28 rossoneri sotto contratto restanti, tra giocatori in rosa e gente in prestito, nessuno ha il posto assicurato, nemmeno delle istituzioni.

Come detto, con l’arrivo di Agazzi a pagare saranno Gabriel e Amelia: il primo potrebbe accettare anche un prestito, mentre il secondo partirà per andare a fare il primo altrove. Abate resta un punto di domanda, confermato ma non troppo. Rami e Taarabt si giocano il riscatto ma i 14 milioni potrebbero essere uno scoglio insormontabile: rinvestirli su giovani di qualità può essere l’alternativa.

Sul banco degli imputati tra i difensori salgono invece gente come Zapata, Bonera e Emanuelson. Se per l’olandese il discorso è legato all’insistenza di Seedorf per un rinnovo, per gli altri due il problema balla attorno alle prestazioni: il colombiano vive di alti e bassi, Bonera anche, ma può giocare la carta dell’essere un senatore dello spogliatoio. A metà campo Essien rischia grosso, soprattutto dopo la pessima prestazione del Vicente Calderòn. Gli stessi Kakà e Honda potrebbero pagare prestazioni sottotono e una coesistenza difficile. Petagna non trova spazio e deve ancora convincere l’allenatore, mentre il valore di Balotelli si conosce anche se del tutto non ha impressionato in rossonero: Galliani sta pensando ad una sua cessione per battere cassa e reinvestire.

Un po’ di gente pagherà la mediocrità delle loro qualità e/o di quanto fatto vedere sul campo. Constant non è mai stato nelle grazie dei tifosi e quando è in campo spesso e volentieri difende poco e male, crossare non se ne parla: i tunnel non lo salveranno. Mexes è ormai da qualche tempo sulla lista dei cedibili: a Napoli e a Udine ha dimostrato di avere già la testa altrove, a giugno partirà sicuramente. Silvestre e Zaccardo pagano condizioni fisiche non ottimalii. Birsa e Robinho saranno i sacrificati sulla trequarti, e con loro potrebbe andare a far esperienza altrove anche il sempre atteso Riccardo Saponara. Discorso a parte per Muntari che pagherebbe il fatto di essere molto legato ad Allegri, nonostante prestazioni decenti è un altro dei considerati con un piede fuori da Milanello.

I rientri dai prestiti saranno solo un passaggio per salutare perché sicuramente non resteranno in rosa. Didac Vilà che pure sta facendo benino al Betis Siviglia ha i dati per restare, ma le caratteristiche tecniche non da difensore da Milan gli faranno pagare l’esclusione. Nocerino fa panchina anche al West Ham e questo la dice lunga. Traoré è stato cacciato in Turchia, e lì potrebbe restare. 6 mesi di Matri rossonero sono stati abbastanza per capire che non è lui la punta che ci serve. Infine Niang, che incassa pure la bocciatura del presidente del Montpellier, non verrà inserito in rosa ma rivenduto.

Pausa di riflessione che porterà Galliani a decisioni dolorose ma doverose. Il tutto, se Berlusconi lo degnasse di attenzioni, potrebbe portare il diavolo ad una nuova rinascita e la ripartenza potrebbe ripartire davvero con più italiani giovani. Piccolo problema sta nella voglia del presidente di innalzare nel grado di responsabilità dirigenziale la figlia Barbara: è l’alba di un nuovo scontro Galliani-Lady B?

Impostazioni privacy