Dovevano essere sei punti…

Altri due punti persi contro una neopromossa. In Milan archivia la seconda trasferta in meno di una settimana con un altro pareggio e a Cesena finisce 1-1.

Ottimo l’inizio degli uomini di Inzaghi che partono con un 4-2-3-1 con De Jong e Poli in mezzo, Bonaventura, Menez e Honda dietro a Torres. In difesa confermati Rami e Zapata. L’avvio è aggressivo e i rossoneri dimostrano di voler subito azzannare la preda per poi addormentare la gara. Il Cesena si chiude e riparte ma non sembra creare grandi pericoli alla porta di Abbiati, ma al minuto 10 un tiro innocuo di Marilungo viene respinto in maniera maldestra dal portiere del Milan che appoggia la palla a Succi che da due passi non può fare altro che far esplodere il Manuzzi.

Il Milan non si scompone e continua a macinare gioco, schiaccia gli avversari nella propria area e dopo un paio di occasioni con Bonaventura e con il Niño, trova il pareggio su calcio d’angolo con la zuccata di Rami. E’ il momento di massima spinta del Diavolo che però non riesce a chiudere in vantaggio il primo tempo. La ripresa cala l’intensità milanista, il Cesena prende coraggio e prova qualche giocata in contropiede. Menez prova ad accendere la luce ma va a sprazzi e la doppia, se non tripla, marcatura cesenate non lo aiuta nel gioco. Torres esce dalla partita, così come Honda. Leali nella ripresa deve solo respingere un tiro di De Sciglio (altra prova da ‘compitino’ per Mattia) e nulla più. E’ al minuto 73 che può cambiare la partita, quando Zapata ferma Defrel lanciato a rete e viene espulso. Non poteva fare altro il colombiano che anche oggi è stato di gran lunga il migliore della retroguardia. Inzaghi cambia, doveva entrare El Shaarawy, invece inserisce Alex e la gara sostanzialmente finisce qui. Torres era uscito qualche minuto prima, lasciando il posto a un imballatissimo Pazzini, sempre più corpo estraneo di questo nuovo corso rossonero.

Resta l’amaro in bocca come a Empoli. Queste erano due partite che si potevano e si dovevano vincere, qualsiasi sia la condizione e la forza del Milan. La gara di oggi ha prodotto alcuni interrogativi che il mister si porterà a casa: esiste un problema portiere? Agazzi non è all’altezza, Diego Lopez è infortunato e Abbiati alterna troppo spesso grandi parate a errori decisivi, anche se è ingiusto dare colpa al singolo ma gli errori decisivi dei singoli iniziano a pesare sulla classifica. De Sciglio è meglio a destra? Il terzino non è quasi mai andato sul fondo a crossare e preferisce sempre rientrare e usare il suo piede naturale, risultando meno pericoloso e più prevedibile. E poi la domanda che si sono fatti tutti i tifosi: perché non ha giocato El Shaarawy?. Doveva entrare, poi l’espulsione ha cambiato i piani, ma forse era meglio inserire prima il Faraone per dare brillantezza all’attacco. Discorsi facili, direbbe Pippo, quando non si vince ha sempre ragione chi non gioca. Inzaghi è giovane e deve ancora imparare qualcosa nella gestione e nella lettura della gara. Ma la qualità del gioco in avanti è di un ottimo livello. Adesso arriva il Chievo, si torna a San Siro, sperando che l’entusiasmo non sia già svanito e le tribune del Meazza siano di nuovo stracolme.

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