Sì, è arrivato il momento di Cerci: assenze e Jack, Inzaghi lo vuole schierare dall’inizio con il Verona

Toh, gioca Cerci. Milan-Verona dovrebbe essere l’occasione giusta per rivederlo titolare dopo giorni e giorni di tensioni (e panchine). Sono passati due mesi dal suo arrivo in rossonero, ma per lui saranno sembrati due anni. Perché se di Cerci si parla molto, il campo (per ora) non c’entra. Dieci presenze stagionali, ma è come se non le avesse mai fatte: negli occhi né un guizzo, una discesa o un dribbling. E con Cesena e Chievo ha recitato il ruolo della comparsa, scelto solo nel finale.

Domani sera il film può essere diverso, la trama la riassume stamane La Gazzetta dello Sport: a Milanello Alessio si è allenato benissimo, determinato e positivo, sempre previsto e provato nell’ipotetico schieramento iniziale. E fa niente se quella di Inzaghi non sarà proprio un enorme attestato di stima ma più una soluzione obbligata, costretta dagli infortuni di Montolivo e De Jong e soprattutto favorita dall’arretramento di Bonaventura mezzala (insieme a Poli ed Essien). Ancora dubbi sul modulo: probabile il 4-3-3 (farebbe l’esterno di destra), possibile il 4-3-1-2 (qui usato come seconda punta); magari entrambi, visto il fattore Menez. Sensazioni fondate, non sicurezze, perché Honda, pallino di Pippo, potrebbe soffiargli il posto. Se il numero 22 del Diavolo sarà subito della gara non dovrà fallire, dimostrando una certa serenità abbinata ad una condizione fisica normale per reggere i novanta minuti.

Segnare, regalare assist ai compagni, creare superiorità numerica grazie ai suoi dribbling e in generale contribuire in modo sensibile ai successi della squadra. Cerci è stato acquistato per questo (soffiandolo all’Inter) e questo gli si chiede. I compagni lo apprezzano, San Siro lo aspetta. Il Verona anche per ritrovare il gol in Serie A che manca da 327 giorni (13 aprile 2014, Torino-Genoa 2-1).

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