Personalità in scadenza

Dopo la partita col Chievo tutto il mondo rossonero si lecca le ferite per l’ennesima prova incolore che per fortuna non si è tramutata in disfatta, e ci ha portato un misero punticino che muove il tabellino dei punti nell’anno solare a 9. Tuttavia, nella mediocrità c’è qualcuno che si salva. Ormai da due anni a questa parte nel centrocampo milanista si vede brillare un solo giocatore: Nigel De Jong. Brillare si fa per dire, perché il suo ruolo non è certo quello del playmaker, ma semmai quello di recupera palloni.

Nella sfida di Verona è stato lui l’unico a mostrare un briciolo, se non di orgoglio, di personalità e professionalità. Corre, lotta e recupera palloni. Da sottolineare un paio di interventi decisivi sulle ripartenze clivensi, come quella in scivolata su Meggiorini al minuto 66. Questo è il Milan, Stop. Da un giocatore più adatto alla fase difensiva non si può certo pretendere che abbia piedi raffinati per diventare anche metronomo nella gestione del pallone, cosa che però il Milan si attende costantemente e puntualmente produce pochissimo.

Altro “piccolo” problema: De Jong è in scadenza di contratto. Le incongruenze nella trattativa vertono al momento sui numeri: De Jong chiede un triennale con aumento di ingaggio (al momento guadagna 3 milioni a stagione), mentre la società promuove un biennale a 2.5 data l’età del giocatore che supererà presto i 30 anni. Non solo, le perplessità del mediano stanno anche, e forse principalmente, nell’inesistenza di un progetto reale: già dopo l’esonero dell’amico e connazionale Clarence Seedorf, De Jong aveva mostrato perplessità e ora che ha rispettato il contratto in essere si sente libero di cambiare strada. Il Manchester United è la meta più gradita. Luis Van Gaal lo accoglierebbe a braccia aperte, mentre il Milan dovrà disperarsi per non aver fatto di tutto per trattenere il giocatore che più ha convinto nelle ultime due stagioni.

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