Miha indica il 4-3-1-2: la scelta e i dubbi sul mercato rossonero

Altra bordata di Sinisa Mihajlovic, e non stiamo parlando delle potenti punizioni che il serbo calciava quando ancora indossava gli scarpini coi tacchetti, bensì delle parole che l’allenatore del Milan spara ogni tanto in conferenza: vuoi per avvisare i suoi giocatori che stanno deviando, o per reprimere giornalisti invadenti oppure per richiamare la società sulle sue necessità che forse restano inascoltate nelle sedi opportune.

La mia idea è quella di tornare al 4-3-1-2″. Le parole di Mihajlovic non lasciano spiragli: prima la stabilità col 4-4-2, poi la tattica leggermente modificata. Il mutamento di pelle potrebbe rappresentare, dopo l’incoraggiante partita contro la Fiorentina e la semifinale di TIM Cup raggiunta, il punto di maturità della squadra. Si può fare? Questo lo vedremo. Prima Mihajlovic vorrebbe recuperare tutti gli infortunati, anche perché dovrebbe essere proprio Menez a beneficiare maggiormente della posizione di trequartista; non solo il francese però: Honda è dal suo approdo a Milanello che chiede di giocare dietro le due punte finendo puntualmente zittito e spedito a fare su e giù sulla fascia senza risultati decenti; e Kevin-Prince Boateng, non ancora al massimo, già si sfrega le mani.

Se l’obiettivo è il 4-3-1-2 le cessioni di Cerci e Suso prendono luce improvvisamente, il progetto diventa chiaro e la tifoseria può intravedere spiragli di futuro. Tuttavia, ancora zone d’ombra rimangono sulle decisioni della società: se si prevede di escludere gli esterni, perché El Shaarawy potrebbe venir confermato in rosa? E perché sul mercato ci si muove per El Ghazi qualora si trovassero i 10 milioni necessari? Domande lecite per un mondo rossonero che ogni volta che intravede la via d’uscita incappa in nuovi dubbi che prolungano l’agonia.

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