Boateng: “Il fallo con cui infortunai Ballack? Mi arrivarono minacce di morte, ma…”

Questi alcuni estratti della biografia di Kevin Prince Boateng (raccolti da SportMediaset) che, in Italia, uscirà nella giornata di domani: “Il fallo che fece saltare i Mondiali a Ballack? Qualche nazionale tedesco mi ringraziò. La gente mi insultava e mi minacciava, non è stato facile. Durante la partita, Ballack mi ha dato uno schiaffo. L’arbitro Chris Foy, però, non se ne accorse. In molti nei talk show dei giorni successivi dissero che avevo premeditato di fargli male per fargli saltare il Mondiale. Sono stupidaggini, chi lo dice, non ha mai giocato a calcio. In quasi ogni partita, ci sono scontri del genere. Non si pensa ai Mondiali, in quei momenti. Lui dovette uscire, io presi il giallo. Per me, la storia era finita lì. In situazioni del genere, sei sempre solo. Una sera, stavo portando fuori la spazzatura. Un signore sugli ottant’anni mi vide e mi fece il dito medio. Mi rigarono la macchina. Oggi saprei gestirlo, all’epoca no. Le cose peggiori furono le minacce di morte. Mi arrivarono lettere a casa nelle quali mi veniva scritto: ‘Negro, bisognerebbe ucciderti col gas’, oppure ‘Stupreremo la tua donna’. Denunciai queste carinerie alla polizia. Mi muovevo solo con le guardie del corpo. Mio fratello mi consigliò di scusarmi personalmente, ma io lo avevo fatto sul campo, anche se Ballack ancora oggi nega. Avevo diciotto anni, la prima volta che lo affrontai. Sin dal nostro primo incontro in Bundesliga, avevamo avuto qualche scontro. Michael mi pestò volontariamente il piede e mi disse: ‘Stai zitto, chi pensi di essere?’. Io gli risposi: ‘Tu chi pensi di essere’. ‘Io sono una star’, replicò. ‘Anche le stelle cadono’ gli dissi. Qualche nazionale tedesco mi ringraziò.  ‘Bene che non c’è’, mi scrissero. All’interno della squadra non era ben visto. Nessuno era contento saltasse i Mondiali, io per primo non lo ero, ma alcuni pensavano che, senza di lui, sarebbe stato perfino meglio. Di Matteo? Avevo sentito solo cose belle su di lui. Anche da Drogba, a cui avevo telefonato e che lo aveva avuto al Chelsea. Ero convinto che sarebbe arrivato un grande allenatore. La storia, poi, è andata diversamente, anche se non ho mai avuto problemi diretti con lui. La squadra, però, lo ha seguito solo per una settimana. Ha cercato di tenere un modo di guidare la squadra, con uno stile inadatto. C’erano tanti giovani, erano affamati, ma lui non dava loro il cibo giusto“.

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