Su il sipario, ecco il Milan di Montella

Tra i cinesi e il mercato, il Milan è tornato a vibrare. Gli inaspettati sussulti Gustavo Gomez e Bentancur (l’uruguaiano sarebbe un colpo importante, da Diavolo che vuole tornare protagonista), ma soprattutto la tanto attesa firma del preliminare per la vendita del club, ha smosso la calma piatta registrata a luglio: gli ultimi importanti fatti di Casa Milan fanno ben sperare per il futuro. Anche se a contare, ora e come sempre, è il campo. E tra undici giorni, archiviate le ultime amichevoli estive – stasera sarà tempo del Trofeo Tim mentre il 14 agosto di Friburgo-Milan, ndr -, i rossoneri faranno sul serio con l’esordio in Serie A. A San Siro sarà già tempo di una sfida dal sapore particolare, perché Milan-Torino non potrà che essere anche tra il nuovo (Montella) contro il vecchio (Mihajlovic): una sfida emozionante e suggestiva dal punto di vista personale, ma anche tatticamente interessante. Perché l’Aeroplanino, rispetto al serbo, conta di plasmare una squadra estremamente differente per filosofia, fondamenti e principi di gioco.

Galliani e Montella

Il 21 agosto 2016, al “Meazza”, ci sarà la prima ufficiale del Milan di Montella. Un evento importante perché segnerà l’inizio di un – si spera lungo e fruttuoso – nuovo ciclo che vedrà evidenti cambiamenti rispetto al passato recente, rappresentato proprio da Sinisa Mihajlovic. Il Milan, nelle idee del tecnico partenopeo, cambierà radicalmente il modo di interpretare le partite, proponendo una filosofia estremamente chiara: si dovrà tornare a essere padroni del campo e del gioco, a dominare l’avversario imponendo la propria idea di calcio fatta di bel giuoco, possesso palla, occupazione degli spazi ed esaltazione del collettivo a scapito del singolo. Gli anni dei pratici e concreti Allegri, Inzaghi e Mihajlovic – le parentesi Seedorf e Brocchi, seppur avessero idee simili a quelle di Montella, sono state nel gioco deludenti ed estremamente velleitarie – diventeranno un ricordo lontano: il Milan dell’Aeroplanino tornerà alle idee del passato, cercando di imporre il proprio gioco contro tutti gli avversari e su ogni campo. Rispolverando, insomma, temi cari alla storia rossonera.

La base da cui partire sarà essenzialmente puntare tutto sulla qualità, inserendo in mediana, sulla trequarti e in avanti il maggior numero possibile di piedi buoni: una linea difensiva a quattro alta e capace di iniziare l’azione dal basso, un centrocampo di palleggiatori, due esterni offensivi con licenza di accentrarsi e dialogare con i compagni e una punta mobile e atipica, capace sì di finalizzare l’azione ma anche di partecipare alla manovra della squadra. Sicurezza e coraggio nel proporre gioco, possesso palla ragionato e funzionale a far male e coesione di squadra e di gruppo: il 4-3-3 di Montella avrà queste caratteristiche, come mostrato con buoni risultati nelle amichevoli in Francia e negli Stati Uniti. Il motto, come nell’epopea targata Silvio Berlusconi, sarà quello di vincere, convincere e divertire: se tornare a trionfare sarà estremamente difficile – la cifra tecnica della rosa rimane ampiamente inferiore a Juventus, Napoli, Roma e probabilmente anche Inter e Fiorentina – giocare bene e divertire saranno due traguardi imprescindibili per il nuovo corso montelliano. Le cui ambizioni, a breve-medio termine, non potranno che passare anche da questi ultimi venti giorni di mercato. Il campo, per ora, gli ha dato ragione e credito.

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