La palla è rotonda. Il Milan non parte battuto

Salvo imprevisti aerei, il Milan ha di fronte a sé l’opportunità di portare a casa un trofeo prendendosi una rivincita sulla Juventus che a maggio ci batté a Roma nella finale di Coppa Italia. La Supercoppa Italiana resta una finale a gara secca che, pur facendo partire coi favori del pronostico i torinesi, si illumina di luce propria e apre a scenari in cui anche i rossoneri possono portarla a casa. Come dicevano i nostri nonni: la palla è rotonda.

Senza porci in un complesso di inferiorità e rivangare le cavalcate trionfali delle piccole contro le grandi, vorremmo analizzare per bene quali siano le reali possibilità del Milan di battere gli avversari. Se la Juve è uno schiacciasassi e e più si va avanti più sembra abbia fame, la squadra di Montella ha saputo ritagliarsi il ruolo di ragno paziente che ha filato la sua ragnatela in cui ci sono cascate parecchie squadre, tra cui la Juventus. E proprio il precedente in campionato fa capire che il Milan comunque se la gioca e la spavalderia della Juventus non ha ragione d’essere. Non solo, tatticamente la forza della Juve sta nel controllo del pallone e nella rapidità con cui i suoi attaccanti riescono ad andare al tiro, mentre il Milan ha dimostrato di sapersi chiudere bene e di faticare quando lasciata venire avanti: Montella, difatti, potrebbe lasciare in panchina ancora una volta Niang per proporre Bonaventura tra gli attaccanti, cosa che gli garantisce maggiore equilibrio difensivo per poi ripartire in contropiede.

Galliani Lega SMNon ci illudiamo, però, Higuain e compagni sono Golia e il Milan è un giovane Davide ancora incerto della sua sorte. Consapevoli e affamati, così si batte la Juventus. E così spera che avvenga anche Adriano Galliani, le cui parole lunedì sera a Telelombardia rispecchiano la nostra analisi e la confermano: “Venerdì mi attacco al gioco. I risultati poi parlano diversamente. Nel 2016, abbiamo perso due volte e vinto una volta, contro la Juve, ma per me sono tre pareggi dal punto di vista del gioco. La mia speranza è giocare alla pari“. Con un pizzico di malizia finale: “E spero che finisca come è finita in autunno”.

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