Gazzetta, Cristante: “Grazie Milan, mi hai lasciato libero di crescere. Quella volta in Champions…”

“A Gattuso posso solo dire grazie. Pure al Milan, dai: mi ha preferito giocatori già pronti, il mio agente e Galiani si sono fatti delle gran litigate, ma anche se altrove, mi ha lasciato libero di crescere”. Bryan Cristante, ora perno dell’Atalanta in arrivo oggi a San Siro proprio contro i rossoneri, ricorda il suo passato al Milan in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. “Mai visto Gattuso mollare un centimetro in allenamento, risparmiarsi un cazziatone o belle parole – spiega ancora il centrocampista -. Solo per me – ‘lavora, fai una corsa in più’ – o per tutto il gruppo: quante volte ci riuniva e parlava per tenerci tutti sul pezzo. In quello era già allora allenatore e ritrovarlo oggi su quella panchina un po’ mi fa strano. Ma è il bello del calcio: prima non si sa mai chi vince, e non dipende per forza dai soldi”.

Quindi sull’attuale momento con l‘Atalanta: “Con Gasperini il rapporto cresce giorno dopo giorno perché lui trova ogni giorno la voglia e la pazienza per dirti qualcosa di nuovo, che ti faccia crescere. E non sono consigli generici, sono consigli per te. Tu lo capisci, e in quel momento ti senti unico, è questo che fa la differenza”.

Il ricordo dell’esordio in Champions League a sedici anni: “Il sabato prima di Praga avevo giocato con la Primavera, arriva Dolcetti serissimo: ‘Vai a Milanello, c’è da preparare la gara di Champions’. Io penso: rifinitura e a casa. Invece il team manager Mentana mi dà il foglio dei convocati: vicino al mio nome c’è una X. In pullman e sull’aereo non sapevo neanche dove sedermi e mi ritrovai seduto in panchina: arrivò di nuovo Mentana – ‘Scaldati’ – e iniziò a bollirmi la testa. Allegri mi dice: ‘Ti metto dentro, stai tranquillo’. Ibra era seduto accanto a me e mi fa ‘Sarà facile, sereno’. Facile? Un cavolo: ero stordito, non sentivo più cosa mi dicevano. Iniziai a correre più veloce possibile dove vedevo la palla. Anzi, dove capitava”.

Infine un annedoto dei tempi delle giovanili rossonere: “La noia fa brutti scherzi. Convitto Milan semivuoto, a Petagna venne così: ‘Mi spoglio, tu filma e poi faccio un post’. Non c’era un motivo, lo fece senza pensare. Ci fece pensare Filippo Gallia: in quel video non si vedeva nulla, ma la sua faccia quando ci prese da parte me la ricordo ancora. E la lettera di richiamo anche”.

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