La prima volta che il Milan pensa, affascinato, a Ronaldinho, risale all’estate del 2003. È la squadra dei brasiliani e lui, più di Kaká, considerato molto europeo come calciatore, è il brasiliano per eccellenza. Ma Ronaldinho, all’epoca allenato in Catalunya da una gloria rossonera come Frank Rijkaard, è destinato a rimanere ancora al Barcellona per vincere. Poi arriva Pep Guardiola sulla panchina del Barça, è l’opportunità che il Milan aspettava e i tifosi rossoneri si ritrovano in 40mila a San Siro per il suo arrivo a Milano il 15 luglio del 2008.
GENNAIO 2009
GENNAIO 2010
È il miglior mese di Ronaldinho in maglia rossonera. Costantemente motivato, tutelato e pungolato da Leonardo, il sorridente Dinho sforna gol e assist con poche pause in campionato. Suo anche il rigore decisivo, a maggio, nell’1-0 alla Fiorentina a San Siro che vale la qualificazione in Champions. Ma nel gennaio 2010, Ronaldinho va al top. Il 6 gennaio batte Amelia su rigore (Milan-Genoa 5-2), il 10 fa doppietta nella nebbia a Torino contro la Juventus, il 17 confeziona una tripletta in Milan-Siena 4-0, forse la sua miglior partita con la maglia del Diavolo. Unica macchia di quel mese, un rigore ininfluente parato nel derby da Julio Cesar.
GENNAIO 2011
È il passo d’addio. Dinho va in ritiro invernale con la squadra a Dubai, dove il Milan è già d’accordo con il Flamengo. L’addio di Leonardo in panchina, l’arrivo di Ibra e Robinho, tutti complici della sua decisione di andar via. Il 15 maggio 2010, gli ultimi gol rossoneri: una doppietta a Buffon in Milan-Juventus 3-0. Nella sua ultima stagione da milanista Dinho va a segno una sola volta, il 23 novembre 2010, sul campo dell’Auxerre (2-0 per il Milan). Bilancio in chiaroscuro, nelle prime due stagioni in rossonero, il fuoriclasse di Porto Alegre dà il meglio di sé: 25 gol in 79 presenze ufficiali, media di tutto rispetto. Con la chicca del gol di testa decisivo nel derby del settembre 2008.
Fonte: acmilan.com