Giusto o sbagliato che sia, il mercato del Milan deve concluderlo Mirabelli

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Bisogna solo attendere. Non possono fare granché altro i tifosi rossonero in questo particolare momento storico. L’unica certezza, per il momento, è che dopo soli quindici mesi è terminata la tragicomica presidenza Yonghong Li, col misterioso imprenditore cinese che, dopo non essere riuscito a rimborsare il prestito concesso da Elliott, è stato detronizzato proprio da quest’ultimo, che adesso gestirà il club di Via Aldo Rossi. Non sappiamo per quanto tempo: nel comunicato di martedì sera, il fondo americano ha inteso rassicurare i tifosi rossoneri dicendo di voler “creare stabilità finanziaria e di gestione” ed “ottenere successi di lungo termine per AC Milan“, ma non possiamo assicurare con certezza che Paul Singer non sia già in trattative con imprenditori made in USA per la cessione della società meneghina. Chiaro ed evidente, a questo punto, che gli avvenimenti cruciali avranno luogo tra il 19 ed il 21 luglio prossimo, quando, nel giro di tre giorni, ci sarà prima la sentenza del TAS sull’esclusione del Milan dalle Coppe Europee, e poi l’assemblea dei soci che nominerà i nuovi membri del CdA rossonero, in sostituzione dei quattro cinesi, scomparsi proprio come Mister Li.

Di certo, l’intenzione di Elliott è quello di mantenere il Milan certamente in ordine con i conti, ma anche quello di valorizzare il più possibile il club. Ed è per questo motivo che sarà fondamentale il mercato attualmente in corso. Al momento, Massimiliano Mirabelli – che, a parere di chi scrive, deve poter continuare ad agire in questa sessione, giusta o sbagliata che sia questa decisione – ha potuto concludere soltanto colpi a parametro zero, in attesa che la proprietà gli indichi il budget a disposizione e che dalle cessioni entri qualche soldo. Sarà un compito difficilissimo perchè, a conti fatti, il direttore sportivo di Via Aldo Rossi, avrà meno di un mese per concludere gli affari (ecco perchè una sostituzione dell’uomo-mercato, ad oggi, è assolutamente sconsigliabile).

Le richieste di Gennaro Gattuso – quanta pazienza deve star portando in questi mesi il nostro amato Ringhio… – sono sempre le stesse: un’ala, un centrocampista e soprattutto una punta di livello. Negli scorsi giorni, vi abbiamo evidenziato di come, per quest’ultimo ruolo, la società dovrebbe mettere a disposizione circa cinquanta milioni di euro (Immobile? Falcao? Morata?). Ma cinquanta milioni non bastano per i tre profili succitati, ecco che dunque servirà attingere alle cessioni: l’intenzione del club rossonero è quella di non privarsi dei suoi “big” (Bonucci, Suso, Donnarumma), a meno di offerte irrinunciabili, e perciò i soldi dovranno arrivare dagli addii di qualche giovane e dei calciatori che non rientrano nei piani di Gattuso.

Come, ad esempio, Manuel Locatelli, il cui trasferimento al Sassuolo è praticamente cosa fatta: il classe ’98 si trasferirà in neroverde per circa tredici milioni di euro (undici fissi ed un paio di bonus), interamente di plusvalenza visto che il centrocampista è un prodotto del vivaio rossonero. Il Milan, per evitare “brutte sorprese” ha ottenuto il diritto di recompra per circa 20-25 milioni. Dopodichè toccherà a Gomez (nuovamente ad un passo dal Boca Juniors dopo i fraintendimenti delle scorse settimane), Bertolacci e soprattutto a Kalinic, sempre nel mirino di Atletico Madrid e Siviglia, con Mirabelli che punta ad incassare una ventina di milioni, anche magari con un prestito con obbligo di riscatto. Insomma, nonostante tutto, qualcosa si muove…

Twitter: @Juan__DAv

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