Giampaolo: “Alla Samp ho sviluppato il mio pensiero calcistico. Su Sarri dico…”

Marco Giampaolo è stato oggi premiato dall’Associazione Italiana Allenatori Calcio della sezione di Arezzo con il Timone d’Oro. Queste le sue parole alla cerimonia.

Sugli anni alla Sampdoria: “Mi ha permesso di sviluppare il mio pensiero calcistico. Ho avuto la fortuna di allenare calciatori bravi e importanti, rappresentativi nei migliori club italiani ed europei. Essere qui mi mette anche nella condizione di ringraziare chi mi ha permesso di poter essere qui”.

Su Sarri: “Sarri è un professore di calcio a livello europeo, è uno studioso, si è realizzato da solo, con tanti sacrifici. E’ uno che non si è fermato mai, che dedica la sua vita al calcio. Ho grande stima nei suoi confronti e tutto ciò che ha ottenuto adesso se lo è meritato.

Sulle esperienze all’estero: “Credo che l’esperienza all’estero arricchisca il calcio in generale. Si è visto a 360 gradi. Parliamo di due top allenatori che erano top quando hanno allenato in Italia, che ritornano con esperienza che ne rimarcano l’espressione. Il confronto con altre idee è senz’altro positivo”

Sul campionato:“Nel campionato italiano è cambiata la mentalità con cui gli allenatori vanno a giocarsi le partite. Anche le piccole hannopiù coraggio di andarsela a giocare, poi la differenza la fanno sempre i calciatori di alto livello. Alcune volte, però, le idee possono ridurre il gap rispetto a quanto succedeva prima”.

Sull’Italia Under 21: “Ora la nazionale Under 21 è composta da giocatori che giocano con continuità nei rispettivi club. Segno che le società hanno investito di più. La partita di ieri sera lo ha dimostrato, con una squadra molto forte”.

Sul miglioraramento: “Bisogna mettere a frutto le esperienze, sia quelle positive che quelle negative. Alcune volte ti etichettano, ma io credo che non si debba mai perdere le proprie caratteristiche e chi sei. Non si finisce mai di imparare, le esperienze più formative sono quelle sul campo”.

Sul sogno personale: E’ sempre stato quello di divertirmi allenando una squadra di calcio. Quando questo perde l’aspetto ludico e diventa pesante, ci son problemi. Poter allenare ‘divertendosi’ è già un sogno e io rincorro sempre quella condizione lì”.

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