Tra lodi e encomi Giampaolo deve riscoprire la pragmaticità

L’acceso dibattito tra “il bello” e “il funzionale” è una contesa che dura da anni, forse addirittura secoli. Come due mondi separati questi concetti rappresentano i due obiettivi finali nel processo di creazione di una determinata entità. Che sia un oggetto, un edificio o qualsiasi altra realtà, il risultato probabilmente risponderà a solo uno dei due canoni: o la bellezza o l’utilità. L’avverbio che indica una probabilità è utilizzato di proposito. Capita infatti che raramente i due mondi possano intersecarsi, unirsi e dare a vita ad un risultato insperato ma sopratutto apprezzato. Potrebbe questo essere il caso dello sport, in particolare nel calcio. Una squadra di pallone, spesso, scegliendo la strada del bel gioco tralascia risultati mancando di pragmaticità; al tempo stesso una squadra vincente, scegliendo la concretezza, tralascia spesso la bellezza derivante da una manovra corale. Vi sono anche piacevoli smentite: una su tutte il Barcellona di Guardiola o, restando in casa rossonera, il Milan di Sacchi.

Il nuovo Milan di Giampaolo (che in Sacchi trova uno sponsor d’eccezione) deve inevitabilmente seguire le orme dei predecessori. E’ chiaro a molti, forse tutti i tifosi rossoneri il motivo per cui l’allenatore abruzzese è stato chiamato: il tanto agognato e decantato bel gioco di cui Giampaolo è ideatore e maestro. Al tempo stesso tifoseria e società reclamano a gran voce risultati concreti e raggiungibili: uno su tutti, chiaramente, il ritorno in Champions League. Tra lodi e encomi, quindi, Giampaolo deve scoprire (o meglio riscoprire) la pragamaticità, cercando di unire il bello al funzionale. Nel mondo dei freddi numeri, infatti, le statistiche parlano chiaro: per andare in Champions servono 20 vittorie equivalenti più o meno a 70 punti. Il Milan, infatti, la scorsa stagione si è fermato a 68 punti, a quota 19 vittorie e perdendo per un solo punto (o per una sola vittoria) la qualificazione alla Champions League. L’Inter al ritorno in Champions League nel 2018 ha segnato quota 20 successi, così come Roma nel 2017 e Atalanta quest’anno.

Giampaolo è un allenatore che, in certe situazioni, fino ad ora ha mancato di concretezza. E’ vero le squadre allenate dal tecnico abruzzese in Serie A avevano mire ben diverse dalla Champions League ma, sopratutto con la Sampdoria, in certi frangenti ha mancato di pragmaticità. Il record di punti segnato in Serie A da una sua squadra è 54, ottenuti proprio con i blucerchiati nella stagione 2017-18. Nell’ottica che, inevitabilmente, ci dovrà essere un aumento di 15 punti, Giampaolo dovrà saper costruire e edificare una squadra pragmatica ma al tempo stesso ancorata alla sua filosofia. Se ci riuscirà il risultato sarà strabiliante alla vista ma sopratutto apprezzato dai tifosi, desiderosi da tempo di vedere un Milan bello e vincente.

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