In caso di esonero, cosa lascia di buono Giampaolo?

Secondo le ultime notizie che filtrano da Milanello e da Casa Milan, si va verso l’esonero di Marco Giampaolo. Aldilà dei nomi che circolano per succedere al tecnico abruzzese, c’è da capire che cosa lascia (se l’allontanamento si concretizzerà) di buono a chi arriverà. Quali sono le certezze su cui il futuro allenatore potrà fin da subito fare affidamento? A dire il vero di buono non è che ci sia molto. In 3 mesi di lavoro sotto la guida di Giampaolo sono più le cose andate male che quelle andate bene. Proviamo a sviscerare i vari punti.

La nota più positiva – e forse è anche l’unica – di questo balbettante inizio di stagione si chiama Leao. Ma in che ruolo? Questo è un dilemma perché il giovane portoghese è stato utilizzato sia largo a sinistra in un 433 e sia da prima punta. Chi arriverà sa che potrà contare su Leao, ma avrà il compito di trovarli la giusta collocazione in campo per farlo rendere al meglio. Le altre certezze, e lo erano anche prima, rispondono ai nomi di Donnarumma e Romagnoli.

Purtroppo per noi le note positive si finiscono qui. Iniziamo con le cose che non vanno. Balza subito all’occhio che il “maestro di calcio” non ha dato un minimo di gioco. È vero che la sua idea di calcio ha bisogno di tempo per essere recepita e messa in pratica al meglio. Ma al Milan non si può aspettare. Allora l’errore sta a monte. Infatti non andava nemmeno preso Giampaolo. Quando la squadra scende in campo, sembra un’accozzaglia di giocatori che non sa come muoversi. Alcuni dicono che sia colpa dei giocatori, ma non è così perché gli stessi, lo scorso anno, sono arrivati a sfiorare la qualificazione in Champions League. Allora le ipotesi sono due. O Gattuso arrivò a un passo dal miracolo, o quest’anno si sta raschiando il fondo. Ovviamente delle due ipotesi, quella che prevale è la seconda.

Durante queste 7 partite la squadra non ha trovato né un modulo su cui fare affidamento alla lunga (visti i continui cambi dal 4312 al 433 passando per il 4321), e né dei titolari certi a parte 5/6 calciatori che lo erano già negli anni passati. Questa confusione nella testa del tecnico si è riversata di conseguenza sulla squadra, tant’è che la certezza Piatek si è persa nel nulla con soli 2 gol su rigore. Rebić, titolare con la sua Croazia e vice-campione del mondo non si sa perché non sia quasi mai stato preso in considerazione. Paquetà è un altro che fra cambi di ruolo e piccoli infortuni non ha reso al massimo. Poi veniamo agli spinosi casi Suso e Calhanoglu. I due, titolarissimi con Gattuso e titolarissimi con Giampaolo, stanno rendendo ancora meno di quanto non facevano prima. In mezzo al campo anche Kessie non è più il trascinatore, a tratti straripante, delle scorse due annate. L’alternanza Biglia-Bennacer non ha giovato a nessuno dei due. Dietro Calabria è una vera e propria sciagura con già 2 espulsione sul groppone. Insomma, ci manca davvero poco che la squadra sia allo sbando più totale. Urge come il pane sollevare dall’incarico uno degli allenatori, risultati alla mano, peggiori di sempre del Milan.

La colpa però non è tutta sua. Anche chi ha scelto Giampaolo ha colpe. Anche chi ha fatto una campagna acquisti estiva senza nessun giocatore pronto subito è colpevole di questa situazione. Elliott e i suoi uomini stanno facendo attente valutazioni anche su questo. Si attendono nuove news fra domani e dopodomani.

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