Dalot: “Ibra a 39 anni ha la fame di un ragazzo di 20. Bennacer mi ha stupito molto. C’è molta differenza tra Premier e Serie A”

Quest’oggi, prima della partita tra Milan e Manchester United, la squadra a cui appartiene adesso e la squadra che detiene attualmente il suo cartellino, che si sfideranno stasera per la gara di ritorno degli ottavi di finale di Europa League, ha parlato hai colleghi britannici del The Athletic il terzino destro rossonero Diogo Dalot, che oggi compie 22 anni. Queste le dichiarazioni del portoghese in prestito proprio dallo United:

Sul Manchester e la gara giocata a Old Trafford: “Ho lasciato qualcosa di buono lì. Sto parlando delle relazioni che ho con le persone. Ero abituato ad andare nell’altra metà del campo prima della partita. Era strano solo vedere lo stadio da quella prospettiva perché guardavo sempre dallo Stretford End verso l’alto. Ma devo dire che è stata una bella sensazione essere tornati“.

Sul gol contro il Verona: Direi che è stata la migliore rete della mia carriera finora. Non sono felice se finisco una stagione senza gol. Sono un difensore e ho bisogno di difendere bene, ma una parte importante del mio gioco è aiutare la squadra con gol e assist. È una mia caratteristica sin da quando ero giovane“.

Sulla gara del Porto con la Juve: “Non festeggiavo una vittoria del Porto come quella da molto tempo. È stato qualcosa di straordinario. Ero qui con la mia ragazza. Mia madre stava festeggiando. È stato fantastico il modo in cui hanno vinto. Mi sento solo un po’ triste per i tifosi perché non erano allo stadio“.

Su Ibrahimovic: “Ci sono volte in cui vedo Zlatan e mi chiedo: com’è possibile che un ragazzo di 39 anni abbia la stessa fame di uno che ne ha 20 o 21? Ha vinto tutto. Ha fatto tutto. Mi stupisce. Se un giocatore di 39 anni lo fa ogni singolo giorno, perché non posso farlo io? Probabilmente è uno dei migliori giocatori di sempre e tu vuoi giocare con i migliori“.

Sul giocatore che lo ha sorpreso di più: “Bennacer, al cento per cento. Non sapevo che fosse così bravo. Sapevo che fosse un buon giocatore, ma per un ragazzo così “piccolo” (il riferimento, ovviamente, è alla statura di Ismael) avere quella qualità con la palla e l’aggressività e l’intensità che ha lui, è stata la sorpresa più grande“.

Su Bruno Fernandes: “Prima del mio arrivo al Milan abbiamo parlato molto del calcio italiano. Bruno amava essere qui. Ha parlato molto bene di come giocano ed è stata una grande spinta per me quando gli ho detto che potevo venire al Milan: mi ha detto che è un club fantastico storicamente parlando“.

Sulla sua posizione: “Soprattutto nel mio ultimo anno al Porto, ho iniziato a giocare a sinistra perché avevamo un paio di terzini destri e nessun terzino sinistro idoneo. Mi sono sentito a mio agio. Non dico che sono fantastico con il mio piede mancino, ma sto bene perché mio padre mi ha sempre detto di giocare con il mio piede sinistro. Tatticamente è diverso, la percezione che hai del campo è completamente diversa. Ma adoro farlo, perché voglio essere in campo a giocare“.

Sulle differenze tra calcio inglese e italiano: “In Premier League bisogna avere ritmo e intensità e avere un po’ più di spazio e libertà tatticamente. In Italia bisogna pensare un po’ di più, è più uomo a uomo, quindi le sfide saranno sempre contro un avversario. È più come una partita a scacchi ed è stato fantastico farne parte e anche capire“.

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