Caro Max, è ora di salutarci

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Editorialista per IlSussidiario.net, collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason.

Caro Max,

Sarà sicuramente un’idea poco originale scriverti una lettera sotto Natale. Poco originale e poco efficace, visto che a te non piace leggere molto su internet, tranne se si parla di Mangia e di Sacchi. O semplicemente di Sacchi, ma questo è un altro discorso. Ho deciso di iniziare così questa settimana che ci porta al Natale e alla sacrosanta sosta di un campionato tra i più travagliati dell’intera storia rossonera. Diciannove punti in diciassette giornate sono un bottino da linea di galleggiamento, un andamento così costante nella sua mediocrità da non poter più far pensare ad alibi come sfortuna, infortuni, battage societario, carenza tecnica e tattica del gruppo che hai in mano. Diciamo la verità: Walter Mazzarri, tuo conterraneo e grande nemico calcistico, sta facendo un mezzo miracolo con un parco umano sicuramente non superiore al tuo. E allora, dove cercare le cause di un trend che nemmeno i nostri papà ricordano nei primi anni Ottanta, quelli che corrisposero all’onta della Serie B? Non senti la fiducia? O più semplicemente ti sei stancato di un ambiente che, sì, ti ha dato tanto ma che altrettanto ti ha fatto pagare in termini di tira e molla e di frecciatine presidenziali? Si tratta di una motivazione che, nel caso, sarebbe assolutamente condivisibile, ma tuttavia, caro Max, non spiegherebbe i consueti dubbi tecnici che attanagliano il tifoso e il giornalista medio ogni domenica. Limitiamoci a ieri.

PARTENZA: Saponara titolare, coraggioso. E il rischio è ripagato. Peccato che, all’ingresso di Matri, sia proprio l’ex Empoli a dover lasciare il campo e non un Kakà ormai con la lingua a penzoloni.

FUORI POSIZIONE: svelata in poche mosse la scelta del doppio trequartista, visto che Kakà è chiamato ad abbassarsi in mediana e a sopperire alla mancanza di Montolivo. De Jong? Un centrale difensivo aggiunto. Poli? Spaesato, un po’ esterno, un po’ interno. Mah. Muntari? Seconda punta praticamente al fianco di Balotelli. Ergo: il centrocampo del Milan è pressoché inesistente.

L’EPISODIO: all’82’, siamo ancora sullo 0-0, De Sciglio batte una rimessa laterale sotto i tuoi occhi. L’Inter è abbastanza scoperta, potrebbero crearsi i presupposti per un’occasione importante. Mattia batte veloce, ma tu predichi più volte “Calma, calma!“. L’Inter rientra e l’azione sfuma. Per non parlare del fatto che, prima del gran gol di Palacio, era pronto ad entrare Mexes.

Ora, da queste pagine la difesa dell’allenatore è sempre stata sacrosanta, non tanto perché esista un diktat preciso, ma perché siamo sempre stati convinti che i problemi della squadra potessero essere di altra natura e provenienza. Oggi quei problemi persistono, non c’è dubbio, ma la sensazione è che anche l’attuale conduzione tecnica non abbia più nulla da dire e da dare. Non è un attacco personale legato alla tua effettiva preparazione che, credo fermamente, continui ad essere una delle migliori in Italia. Si tratta semplicemente di motivazioni che è molto chiaro che manchino a tutti. Se, sotto gli occhi di Felipe Scolari presente in tribuna, nemmeno Kakà riesce a cambiare ritmo, un problema c’è. E non penso sia totalmente ascrivibile a Ricky. Che al Milan, non nascondiamolo, è tornato proprio per riguadagnarsi la Nazionale.

Max, forse è tempo di salutarci. Il male del Milan, oggi, va oltre i meccanismi tattici, oltre le visite di Berlusconi, oltre la storia gloriosa di questi colori. È un circolo vizioso che purtroppo, come spesso accade, può essere sciolto in un unico, doloroso modo. E puoi immaginare a che cosa stia alludendo.

Con tutto l’amore possibile per questi colori.

Twitter: @Chrisbad87

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