Le contraddizioni che ci contraddistinguono

Dieci giornate che sembra siano state trenta. Per up and down emotivi, l’annata iniziata da poco più di due mesi, è stata finora un vero rollercoaster. Gattuso messo in discussione già più di una volta da inizio campionato, con le due vittorie contro le genovesi, ha risistemato un minimo la classifica e conseguentemente il morale dell’ambiente.
Con Doria e Genoa, il Milan ha strappato sei fondamentali punti, profondendo il massimo sforzo. Guardando al lato positivo, si può affermare che la squadra sia con l’allenatore. La disponibilità di tutti ha consentito a Rino di cambiare moduli e interpreti, conservando la convinzione che ha permesso al Diavolo di portare a casa tre punti all’ultimo minuto mercoledì sera. Osservandola da un altro punto di vista, e qui c’è un’accezione negativa, è stato necessario mangiare filo spinato per sbarazzarsi di due avversari inferiori, seppur di discreta caratura.
Ma le contrapposizioni non finiscono qui. Ad oggi siamo il secondo attacco della serie A ed occorre tornare al 2005-2006 per ritrovare un Milan capace di segnare 20 gol in 10 giornate. Al contempo abbiamo la dodicesima difesa, con l’aggravante di aver subito almeno una rete in ogni partita. Numeri che indicano chiaramente quanto ancora vi sia da migliorare per attestarsi tra le prime quattro.
Galleggiamo tra yin e yang, tra il bianco e il nero. Proprio come i colori di Udinese e Juventus, squadre che affronteremo nei prossimi nove giorni, poi ci sarà la sosta. Non sono ancora sfide decisive, ma poco di manca.
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