Il 25° di Berlusconi, Kakà e il futuro

Il lunedì è sempre deprimente, per tutti.  Ma quando segue una domenica altrettanto avvilente il risultato è dei peggiori. Concentrazione zero, oggi. E’ stato difficile anche leggere la Gazzetta, ma del resto è necessario prendere coscienza del momento delicato di una squadra che, sebbene sia ancora in testa alla classifica, rischia di rallentare quando non se lo può e non se lo deve permettere. Nonostante il risultato e la consapevolezza di aver fallito una partita che ci avrebbe portato a più sette dai nerazzurri e permesso di respirare, domenica sera la società si è riunita in occasione dei 25 anni di presidenza di Silvio Berlusconi. Nozze d’argento, quindi, in una parentesi piacevole come conclusione di una giornata da dimenticare, o meglio ancora da cancellare.  Tanti ricordi di una storia molto lunga, un legame importante ma anche tante domande sul futuro, la voglia di tornare grandi.

Ed è proprio sul futuro che vorrei concentrare l’attenzione, in particolare su quella notizia ultimamente tanto martellante che riguarda un possibile ritorno di Ricardo Izecson dos Santos Leite, ai più noto come Kakà, in rossonero. “Se ci fosse la possibilità, noi lo accoglieremmo a braccia aperte. E’ un grande anche come uomo“, dichiara il presidente con un velo di nostalgia. Si è parlato molto di questo famigerato ritorno di fiamma e sembrerebbe che l’unico grande ostacolo non fosse che di natura economica. La società rossonera sarebbe pronta ad accogliere nuovamente il grande ex 22 se questo non significasse prosciugarne le casse.  Ma, del resto, il Milan per Kakà non era una questione di cuore?

Comunque stiano le cose, Ricardo a Madrid vive nell’ombra e non penso ci si possa dimenticare del delirio del pubblico di San Siro tanto facilmente. Alto è il rischio di parlare troppo seguendo questo benedetto cuore: anch’io sono un amante ferita come molti di voi e non voglio lasciarmi illudere da notizie velate (e forse un ‘pochino’ caricate) dai vari media.  Anche perché, considerazione più razionale e concreta,  non sono cosi sicura che il ritorno del ‘bambino’ a Milano possa essere totalmente positivo. Non ci assicura nessuno che possa tornare quello che faceva impazzire tutti, il ragazzo che, con una classe unica e fenomenale, ha preso tutti per mano e ci ha regalato la settima Champions’.

Ricordo con la stessa nostalgia un altro numero uno, Shevchenko e in tutta onestà, l’ unica cosa che non mi auguro è che il brasiliano ne segua le impronte sbagliate. Intanto il Real Madrid ne ha fissato il prezzo a 40 milioni di euro, mentre si mormora di un offerta di prestito con diritto di riscatto da parte della dirigenza di via Turati. E’ ancora presto per parlarne, è vero, ma va anche detto che, nonostante tutte le delusioni,  Kakà resta sempre Kakà, il numero 22 per eccellenza e non si può che ricordarlo con rispetto e ammirazione.

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