A noi piacciono i coraggiosi (anche quando magari non vincono)

Prima di ogni considerazione riguardo quale sarà l’epilogo della vicenda allenatore, si deve necessariamente premettere che la stagione del Napoli è stata straordinaria in campionato, e avrebbe potuto essere ancor più sorprendente anche in Europa League e Coppa Italia con un pizzico di fortuna. Questo è un dato di fatto che non cambia qualunque siano le scelte di società e allenatore per il prosieguo della storia sportiva. Mazzarri per il suo spirito indomito, per la carica agonistica, per la sua verve e la fame di vittorie è stato subito accolto e benvoluto dai tifosi azzurri, tuttavia gli ultimi 40 giorni sono stati gestiti male, molto male dal tecnico azzurro. Il suo pensiero è che conta soltanto essere stato sincero fin qui sui propri dubbi, ma il mio pensiero è duplice, innanzitutto certe considerazioni è meglio farle a bocce ferme e non quando si è ancora in corsa, la seconda è che la sincerità è importante certo, ma non meno della scelta del momento giusto per esserlo.

Allo stato attuale, confidando che la squadra non mollerà un centimetro di qui alla fine, ne abbiamo sentite di ogni colore:
– Mazzarri ha paura di non riuscire a ripetersi;
– Mazzarri non ha fiducia nel progetto Napoli;
– Mazzarri vuole allenare una grande squadra;
– etc, etc…

Insomma ognuno ha detto la sua, assurgendosi a interprete del pensiero mazzarriano, io invece dico cosa è sembrato a me di tutto questo teatrino sul quale i media, invitati a nozze dal buon Walter, si sono catapultati a testa bassa.
Walter Mazzarri è un buon, anzi ottimo allenatore, ed è incazzato nero. E’ incazzato perchè ritiene che a 51 anni di aver già dimostrato d’avere le qualità per allenare una big, è la ragione per cui dopo i miracoli reggini e il rilancio della Samp ha lasciato un contratto ancora in essere e si è messo in disparte ad aspettare nell’estate 2009. Ha atteso, ma la chiamata che lui voleva da una delle big italiane non è mai arrivata. E’ arrivata invece la chiamata del Napoli, che lui ha accettato facendo un grande lavoro già nella scorsa stagione, centrando la qualificazione europea e conquistando una grande ribalta sul piano mediatico, mai avuta prima.
Ma Napoli non è la grande squadra che Mazzarri ritiene di meritare e allora già la scorsa estate provò a offrirsi al Milan, che però era ormai legato ad Allegri, e Walter mandò giù un altro rospo pesante da digerire, prolungò adeguando il contratto e ripartì col Napoli.
Stagione corrente, straordinaria, ribalta europea, grandi complimenti. Mazzarri gonfia il petto per quanto ottenuto finora, è inebriato da quella gloria che finora gli è stata sempre negata, ma non basta, il desiderio e l’ambizione sono in lui immutati e così ricomincia a pensare che lui la “grande” panchina la merita  e la desidera, poi c’è la Roma americana che sussurra, la Juve sfasciata che ammicca e Mazzarri è fregato.


Si secondo me è fregato, perchè la tarantella fatta finora ha irritato e non poco i napoletani, che per quanto lo stimino e gli vogliano bene hanno però finora dato carta bianca a un presidente che da zero, in sette anni ha operato per riportarci in alto con una logica progettuale che funziona, con passi e investimenti ponderati e che ha posto il Napoli con una squadra forte e un bilancio sano già davanti alle altre squadre italiane nell’ottica fair play finanziario. E non accetterebbero alcun ricatto del “tutto e subito” da un allenatore.

Mazzarri potrebbe anche rimanere a Napoli, non lo sappiamo oggi, ma la realtà è che pur grati per quanto fatto finora, i tifosi si sentono “usati” come trampolino verso una grandeur che nello sport non è mai data solo dai soldi o da un blasone, quanto piuttosto dai progetti e dalle idee portate avanti coraggiosamente. Cito le dichiarazioni di grande ex campione quale Gianluca Vialli la cui carriera si è sviluppata fino a raggiungere il sogno pazzo di vincere lo scudetto a Genova: ” Mazzarri può essere furbo, capitalizzare quanto fatto finora e andarsene, oppure può essere coraggioso, rimanere e combattere per bissare i risultati raggiunti quest’anno, a me piacciono i coraggiosi e al posto suo rimarrei”.

Anche a noi piacciono i coraggiosi, piacciono le sfide e piace andare contro i pronostici, perchè vincere facile non è nella nostra storia e nella nostra identità, e perchè tifiamo Napoli. Tiè.

Andrea Iovene

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