Spagna-Svizzera: una finale ricca di gioielli

Il 25 giugno si concluderà l’edizione 2011 degli Europei Under 21 con una finale che ha rispettato tutti pronostici della vigilia. Spagna e Svizzera sono le squadre di maggior talento, ed hanno sciorinato a tratti il miglior calcio visto in questi giorni in Danimarca. Nononostante qualche patema d’animo nelle semifinali con Bielorussia e Repubblica Ceca, era lecito che le due compagini centrassero l’obiettivo.

La Spagna ha confermato le aspettative dimostrando a tutti, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la sua è una realtà dominante in ogni contesto sportivo. La logica conseguenza di una programmazione continua, fatta da investimenti cospicui sulla valorizzazione dei giovani e da un grande senso di appartenenza.

Le Furie Rosse formato mini hanno un tasso qualitativo eccelso garantito da giocatori che hanno già una caratura internazionale. Su tutti spicca Bojan Krkic, prossimo al passaggio alla Roma solo perchè a Barcellona è oscurato da un certo Lionel Messi. Ma non vanno dimenticati giocatori come il bomber Adriàn del Deportivo La Coruna (5 gol in 4 partite in questo torneo); Javi Martinez dell’Athletic Bilbao, un vero e proprio metronomo del centrocampo; lo stantuffo di fascia Martin Montoya, anche lui di proprietà del Barça come il talentuoso Jeffren. E poi Manuel Mata, Didac Vilà, Sergio Canales, Victor Ruiz, Diego Capel, David de Gea. Ragazzini noti ai meno profani, economicamente raggiungibili solo da operatori di mercato con una forte liquidità. Attraverso un ricambio generazionale di questa portata la Spagna può ambire alla vittoria di qualsiasi manifestazione europea e mondiale per i prossimi 10-20 anni!

Dall’altro lato c’è la Svizzera, una nazione dalla tradizione calcistica piuttosto anonima. Negli ultimi tempi però, complice anche la naturalizzazione di numerosi stranieri, il calcio elvetico ha visto fiorire giocatori di un certo spessore. In Italia abbiamo esempi importanti come Inler e Dzemaili.


La stella assoluta della formazione U21 è Xherdan Shaqiri, centrocampista originario del Kosovo dalla grande tecnica. Nel torneo ha dato prova delle sue abilità attirando l’attenzione di grandi club europei, tra cui la Roma. Subito dopo ci sono Innocent Emeghara, attaccante nativo della Nigeria dotato di scatto e fisico possente; Admir Mehmedi, preciso cursore dai natali macedoni; Pajtim Kasami, giocatore del Palermo che nella passata stagione ha esordito in Serie A. Un plauso anche al reparto difensivo, grande artefice dell’inviolabilità della porta elvetica. I meriti vanno al portiere Yann Sommer e ai difensori Philippe Koch, Timm Klose, Jonathan Rossini e Gaetano Berardi.

Alla luce di quanto analizzato è difficile non essere tristi per il calcio italiano, che fino a pochi anni fa faceva della cultura del vivaio il suo perno centrale. Non a caso l’Italia ha vinto 5 Europei U21, ma sono successi ormai sbiaditi dal tempo. La speranza è che ci sia un cambiamento di rotta, altrimenti si rischia di passare da protagonisti a semplici spettatori del panorama sportivo.

 

Giorgio Longobardi

 

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