#12 – Purgatorio e ritorno (e che derby!)

Dopo l’amarissimo 0-0 di Londra che ha sbattuto in faccia la porta dell’Europa ad Allegri e i suoi uomini, il Milan ha però una occasione ghiottissima per sbattere la porta dell’Europa in faccia ai cuginastri interisti.

Venerdì 11 marzo l’Inter fa 1-1 a Brescia. Il Milan ospiterà domenica alla mezza il Bari, ultimo in classifica e con un piede già nella fossa. L’Inter potrebbe scivolare a -7 a 9 giornate dal termine. A San Siro si attende una giornata che sa tanto di tricolore. E invece il Milan gioca la più brutta partita in campionato dell’anno. Rudolf porta a termine uno schema da primo anno di scuola calcio come se nulla fosse, nel bel mezzo dell’area rossonera. È il 39°. Il Milan impiega 43 minuti per pareggiare: all’82° Cassano segna alla squadra che era sua una vita fa. E basta. Il sospirato sorpasso non avviene ed è giusto così. Milan e Bari raccolgono il punto che meritano. L’Inter resta a -5 e intorno al Renzo Barbera di Palermo, prossima tappa rossonera, si annidano oscuri presagi. La squadra di Zamparini è in caduta libera, e il neo allenatore Cosmi ha sinora portato 0 punti in due gare, dopo l’esonero di Rossi per lo 0-7 subìto con l’Udinese. Possibile che i rosanero restino a bocca asciutta anche questa giornata? Bastano 10 minuti per capirlo. Goian solo nell’area piccola gira in porta un pallone innocente. Altri 80 minuti di brutto Milan- con un inconsistente Pato, un evanescente Cassano, un inutile Seedorf- ed è sconfitta, la 4^ in campionato. E Ibra, squalificato per due giornate per una piccola gomitata a Rossi la domenica prima, manca moltissimo.

L’Inter, che in settimana ha pure vinto a Monaco e superato gli ottavi di Champions, vince e si porta a -2. E ora c’è il derby…

La pausa per le nazionali lascia il Milan nell’oblio, ma col tempo per ricaricarsi e capire come poter fare a meno di Ibra, che il derby dell’andata se l’è risolto da solo. Leonardo invece ha paura di perdere concentrazione e compattezza, con mezza squadra in giro per il mondo.

Sabato 2 aprile 2011: col senno del poi lo scudetto si decide qui. Vivendolo, questo derby ha significato molto, ma erano troppe le variabili e le giornate mancanti per dire che se il Milan avesse vinto, si sarebbe cucito lo scudetto. Come è andato il derby se lo ricordano tutti strabene. Oscar per la miglior scena iniziale in assoluto a Pato, che va in gol dopo 50 secondi. L’Inter è annichilita e non reagisce. Chivu viene espulso per fallo su Alexandre e lo stesso Alexandre vince a mani basse anche l’Oscar come miglior attore protagonista: 2-0 al 62°, incornando un cross teso (e involontario, voleva tirare) di Abate.

Negli ultimi 10 minuti va in onda il Cassano Show: entra al posto di Robinho, si procura un rigore, lo calcia, segna, esulta togliendosi la maglia, viene ammonito, fa un fallo idiota, espulsione, lacrime. Nonostante questa macchia, la serata è un tripudio. Dagli spalti risuona ancora lo striscione : “30 denari, amore a prima vista: Leonardo, Giuda interista”. Il tecnico dell’Inter esce da questa partita molto ridimensionato, per chiari errori tattici. E la tempesta non è ancora finita: 3 giorni dopo lo Shalke (ribadisco, lo Shalke!) gli rifila 5 gol a San Siro.

La trasferta di Firenze non vede Cassano, ma riabbraccia Ibra, che ha avuto lo sconto di una giornata. È una di quelle partite che se la vinci, è come indossare dei sandali alati: voli. Ma Pato vola già di suo, grazie all’amore per Barbara, grazie alla doppietta del derby. Segna anche a Firenze (dove ha sempre segnato), mentre stavolta è Seedorf ad aprire le marcature. Nel secondo tempo Vargas accorcia le distanze, ma la retroguardia tiene. Peccato che Ibra si faccia espellere di nuovo,a pochi minuti dallo scadere per avere offeso il guardalinee.

L’Inter rimane a -5. Le giornate che restano sono 8. Tutti i giornalisti si scervellano su griglie e tabelle orarie, per capire quanti punti faranno le 3 contendenti (c’è anche il Napoli!) e chi la spunterà. Il Milan in teoria aveva un calendario più difficile dell’Inter. Ma Allegri ha avuto un’idea che ha spiazzato tutti: accorciare il calendario, e chiudere l’affaire scudetto alla giornata 36 invece che alla 38. Mica male, eh?

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di Matteo Tamburini

 

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