Rinnovo Max: non c’è “Cigno” che tenga!

Da quando Berlusconi è tornato presidente del Milan a tutti gli effetti, ecco i primi effetti collaterali. Quel che stiamo per proporvi potrebbe sembrare una bestemmia, ma dopo un’attenta analisi ritenerla una boiata potrebbe essere frettoloso ed eccessivo. Anche perchè in fondo il nostro presidente è così: vinci uno scudetto ma lui predica il buon gioco; perdi a testa alta a San Siro il Derby del Mondo contro il Barcellona e lui vede in campo solo i blaugrana. Berlusconi è così, prendere o lasciare. Ed ecco che il rinnovo del contratto che non arriva di Allegri diventa un caso nazionale, con l’idea di Berlusconi di mettere sulla panchina rossonera Marco Van Basten.

Proprio lui, il Cigno di Utrecht che tutti abbiamo elogiato, amato e sognato potrebbe essere un’alternativa ad Allegri nel caso non si riusscisse a trovare un accordo sul rinnovo. Accordo che però Galliani ha già siglato, simbolicamente, con una parola data e una stretta di mano. E sappiamo che quando Galliani parla di contratti è sempre attento ai toni da utilizzare, per promemoria ricordarsi le sue parole sui contratti in scadenza lo scorso giugno. Eppure Berlusconi non ha mai elogiato più di tanto Allegri: nell’estate 2010 infatti, quando Galliani scelse Allegri, si parlava molto di Van Basten come pupillo del presidente, preferito persino a una soluzione interna come Tassotti. Poi le critiche sul gioco espresso in campo europeo (dopo Real Madrid-Milan 2-0 e Barcellona-Milan 2-2) e alcune scelte tecniche (la cessione di Ronaldinho, “il migliore al Mondo” per il presidente) stanno facendo storcere il naso al presidente più vincente nella storia del calcio.

Ma perchè mandare via Allegri? Dalla sua parte ci sono Galliani, i risultati e i tifosi. Tre componenti fondamentali per una persona che negli ultimi tempi si era un po’ dimenticata del suo club per dedicarsi a faccende sicuramente più importanti. Ma quando si parla di calcio, soprattutto di Milan e bel gioco, una parola Berlusconi deve sempre mettercerla. L’idea Van Basten diventa così ipotizzabile in un’ottica di cambiamento dello spogliatoio, che comprenderebbe anche la rosa. Sperando che, almeno questa volta, la prima cosa che cambi sia l’idea di Berlusconi.

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