“Discutere Pato e Binho? Un errore”

Prosegue l’appuntamento di SM con il milanista dei milanisti, il cronista tra i cronisti, Tiziano Crudeli! Potete inviare le vostre domande a Tiziano alla nostra mail q.e.i.m@live.it.

La trasferta di Bologna ci ha visti tornare a casa con un pareggio piuttosto deludente: cosa è mancato alla squadra secondo lei?

Penso che l’ago della bilancia sia stato il centrocampo: Seedorf ha una classe straordinaria e ha segnato un goal da antologia, ma sappiamo tutti che quando si tratta di ritornare e recuperare palla è abbastanza lento. Stesso discorso per Van Bommel, davvero troppo macchinoso e vulnerabile negli spazi. Boateng era partito molto bene, ma è calato alla distanza e nel secondo tempo è praticamente sparito. Queste inaspettate difficoltà hanno messo Aquilani nelle condizioni di doversi dannare l’anima e di coprire e tamponare spazi troppo estesi. Con una situazione così precaria e debole in mezzo era inevitabile, quindi, che anche la difesa fosse poco coperta: il pur straordinario Thiago Silva e Yepes sono stati colpevolmente messi nella condizione ideale per sbagliare. Il Bologna non ha potuto che approfittarne prendendo il pallino del gioco e ci mettendoci in seria difficoltà con la sue ripartenze micidiali.

Rimanendo a centrocampo, l’assenza di Nocerino si è sentita davvero tanto …

Assolutamente sì, ma non possiamo trovare in questo una giustificazione. L’anno scorso abbiamo vinto uno scudetto con un Ibra a mezzo servizio per tutto il girone di ritorno: questo dimostra che dobbiamo e possiamo esser in grado di sostituire chiunque, di sopperire a qualsiasi mancanza. Nocerino non c’è? Gioca qualcun’altro. Un giocatore non deve mai, per nessun motivo diventare determinante.

Galliani ha dichiarato in settimana che Pato e Robinho non sono sul mercato: crede che le ultime, deludenti prestazioni possano in qualche modo aver minato la fiducia nei loro confronti?

Sarebbe sbagliato: Pato è un giocatore di soli ventidue anni, ci ha ampiamente dimostrato il suo straordinario talento. Certo, la sua carriera è stata per ora condizionata da diversi, forse troppi infortuni, ma ritengo che vada aspettato e atteso. Stesso discorso per Robinho: sbaglia indubbiamente qualche goal di troppo (quest’anno siamo già a quota cinque), ma fa un gioco molto dispendioso, basato sul dribbling e tanta corsa. Archiviarlo con leggerezza sarebbe un errore.

Concludo con un breve excursus europeo: in terra spagnola Mourinho ha ancora una volta, in questo caso forse un po’ a sorpresa, preso scacco matto da Guardiola. Crede che i blaugrana di Pep siano ancora i favoriti assoluti per la vittoria della Champions League?

Il Barcellona è di un’altra categoria, non ho dubbi. L’organizzazione di gioco, la classe immensa dei singoli permette loro di elaborare trame di gioco perfette, in cui tutti possono fare tanti goal: solo per fare qualche nome, cito Messi, giocatore immenso e di livello assoluto, ma anche Fabregas e Xavi.

Impostazioni privacy